scarica il dossier in versione stampabile I BUCHI NERI DEL PUP 24 marzo 2015
I BUCHI NERI
del Piano Urbano Parcheggi
a cura di Carteinregola, Cittadinanzattiva Lazio, Coord. Comitati NO PUP/Sosta sostenibile, Mobilitiamoci
24 marzo 2015
“Roma continua a realizzare parcheggi, da ritenersi rientranti nella nozione di opera pubblica, sulla base delle semplici proposte presentate dai privati oltre venti anni fa, protraendo fino all’attualità l’effetto di procedure ormai non più coerenti con l’attuale quadro normativo“ (Deliberazione n. 57 Adunanza del 30 maggio 2012 del Consiglio dell’Autorità Nazionale Anticorruzione)

Via Albalonga (San Giovanni), un parcheggio che il Comune ha cancellato per l’inadempienza del concessionario, dopo mesi di cantiere abbandonato, che è costato agli abitanti l’inutile abbattimento di tutti gli alberi della strada, ai cittadini romani le spese del ripristino dei luoghi.
NOTA BENE : siamo a disposizione per integrare o correggere parti del testo che dovessero contenere errori e imprecisioni, o non sufficientemente aggiornate, nel dossier pubblicato sul sito e attraverso la nostra newsletter e le nostre pagine sui social network. Siamo altresì disponibili a pubblicare obiezioni e punti di vista divergenti, come contributo a un dibattito allargato sul tema, che da sempre caratterizza il nostro lavoro. Per qualsiasi comunicazione: laboratoriocarteinregola@gmail.com
“Rientranti nella nozione di opera pubblica”: una dichiarazione ufficiale, che dirime una volta per tutte l’annosa questione che ha permesso per venticinque anni all’amministrazione capitolina di distribuire suolo pubblico ai privati senza alcuna gara di evidenza pubblica e senza quelle garanzie per la città e per i cittadini che regolano i lavori pubblici. Con la fine dello stato di Emergenza traffico e mobilità e dei poteri speciali al Sindaco, il 31 dicembre 2012, avrebbe dovuto verificarsi finalmente il passaggio a una gestione ordinaria e “normale” del Piano Urbano Parcheggi, quantomeno di tutti quegli interventi che non avevano ancora comportato la sottoscrizione di atti e concessioni. Eppure sono passati due anni e nulla è cambiato, le “procedure ormai non più coerenti con l’attuale quadro normativo“ continuano a perpetuarsi e riprodursi, senza che l’amministrazione si senta investita della responsabilità di aggiornare una volta per tutte un sistema anomalo e anacronistico, oltre che non rispettoso dell’interesse pubblico. Ma dopo i recenti fatti di cronaca, che hanno investito, seppure con un’inchiesta parallela, anche il mondo del PUP, è venuto il momento di voltare pagina e ristabilire le regole anche sulla vicenda dei parcheggi.
Una vicenda che è diventata un capitolo oscuro lungo un quarto di secolo di storia della Capitale, in cui l’interesse pubblico è stato spesso annientato dal profitto privato, le regole hanno ceduto alle deroghe, la buona amministrazione alla speculazione, la tutela degli spazi pubblici a nuovo degrado, la difesa dei diritti dei residenti alla mancanza di garanzie e controlli, il tutto ammantato da uno strato opaco, squarciato solo a tratti dalla determinazione dei cittadini.
E oggi la situazione non è molto diversa: nonostante la promessa elettorale del Sindaco di rivedere il Piano parcheggi alla luce della pubblica utilità e attraverso il confronto con i cittadini, e nonostante l’approvazione in Giunta, il 19 settembre scorso, di un nuovo PGTU – Piano Generale del Traffico Urbano – che rimette in discussione tutto l’impianto del PUP, individuando precisi “indirizzi per il nuovo PUP“, che prevedono anche l’informazione e forme di partecipazione della cittadinanza, in quasi due anni dall’insediamento della nuova Giunta, per la compilazione di ben tre bozze di un nuovo Piano, sono stati sentiti solo i costruttori. L’ultima lista di interventi, compilata dalla “Commissione Speciale sulla Metro C e per il monitoraggio delle relative infrastrutture della mobilità” presieduta dall’on. Maurizio Policastro (PD) e mandata ai Municipi il 30 settembre scorso, non rispecchia alcun criterio trasportistico, nè quello di eventuali obblighi amministrativi, che a tutt’oggi non ci risulta siano stati affrontati nelle sedi e con gli strumenti giuridici di competenza.
La Commissione speciale metro C e parcheggi ci aveva concesso un’audizione nel giugno scorso, dopo 6 mesi di insistenze, ma le nostre allarmate segnalazioni, che riguardavano alcuni quesiti giuridici generali e molti casi concreti in cui le procedure sono state portate avanti in modo a nostro avviso irregolare, sono state completamente ignorate.
E ci sembra evidente che non sia stata tenuta in nessuna considerazione la citata Deliberazione n. 57 Adunanza del 30 maggio 2012 del Consiglio dell’Autorità Nazionale Anticorruzione (ex Autorità di Vigilanza sui contratti pubblici), e neppure si è tenuto nel dovuto conto la fine dello stato di “Emergenza traffico e mobilità” che aveva conferito poteri speciali al Sindaco dal 2006 al 2012, “blindando” un Piano parcheggi già allora ampiamente sorpassato dalla legislazione nazionale e dalle direttive europee, inglobando tutti gli interventi del Piano nel perimetro della gestione commissariale e delle deroghe a ben 36 norme di leggi statali, regionali e comunali (tra cui il Codice dei contratti e molte normative di tutela paesaggistica e ambientale), sottraendoli così al rispetto delle regole e al controllo democratico dell’assemblea capitolina e dei cittadini. E a oggi, a più di due anni dalla fine dei poteri speciali, nonostante la legge lo preveda, e nonostante le ripetute pressanti richieste ufficiali di Mobilitiamoci e di Carteinregola, non sono stati ancora pubblicati i resoconti delle attività dell’Ufficio Speciale Emergenza Traffico, durate sei anni, con un costo annuo di almeno 2 milioni di €.
E, come abbiamo appreso a fine gennaio 2015, in Commissione si è tornato a parlare ancora una volta di garages privati da realizzare sotto il suolo pubblico, con l’intento di portare in Giunta o in Assemblea la lista citata di interventi, preventivamente sottoposti ai pareri dei Municipi (vedi il verbale della Commissione del 23 settembre 2014), ancora una volta senza nessuna pianificazione legata alla mobilità, ancora una volta senza aver modificato le tutele per i cittadini e per gli spazi pubblici – tutele da sempre ben più stringenti in altre città – ancora una volta senza aver introdotto alcun meccanismo di partecipazione della cittadinanza. E noi, che da anni ci impegniamo per il ripristino delle regole e dell’interesse pubblico, lanciamo un appello per non dover ricominciare tutto daccapo.
Legalità e sicurezza sono la base irrinunciabile della buona amministrazione, e lo sono ancora di più in una città che ha scoperto che mafia e corruzione si sono insinuate in ogni ambito e livello di governo della cosa pubblica. Chiediamo quindi che Roma Capitale si rivolga all’Autorità Anticorruzione – Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici – per ottenere una deliberazione chiara e univoca sulla linea da seguire per tutti gli interventi ereditati dai vecchi Piani Urbani Parcheggi, in modo da non lasciare più alcuno spazio a interpretazioni giuridiche arbitrarie, che non possono che minare la fiducia dei cittadini nell’amministrazione. Al Sindaco, alla Giunta e a tutti coloro che hanno assunto delle responsabilità davanti ai cittadini chiediamo di agire con determinazione e efficacia per restituire a chi vive, lavora e produce a Roma Capitale la speranza in una città normale, dove l’amministrazione governa all’insegna dell’interesse pubblico e delle regole uguali per tutti.
Questa la nostra “road map” per uscire da un pantano che dura da più di vent’anni:
1) Elaborare nuove regole alla luce delle sentenze citate, rivedendo il Piano Urbano Parcheggi in base alla classificazione di “opera pubblica” anche dei parcheggi privati costruiti su superficie pubblica e ristabilendo la corretta interpretazione della Legge 122/89 (stabilita anche dalla sentenza della Cassazione del 2011 – vedi capitolo sulla sentenza) abolendo l’ordinanza che estende l’area di influenza del parcheggio a tutta la città.
2) Individuare gli interventi che dovessero presentare irregolarità procedurali (vedi nostre segnalazioni) e procedere alla loro espunzione dal Piano (o rimodulazione secondo le normative vigenti)
3) “Tirare una riga” separando gli interventi che hanno raggiunto un livello procedurale da cui non si può tornare indietro da tutti quelli che possono essere rimessi in discussione. A nostro avviso lo spartiacque è la stipula della convenzione, e in questo senso ci sembra andare anche la Deliberazione n. 57 Adunanza del 30 maggio 2012 del Consiglio dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, che, esprimendosi su un caso specifico riguardante la decadenza della convenzione, ha stabilito che l’intervento, venuto meno il contratto sottoscritto con il Comune, avrebbe dovuto eventualmente essere riaffidato solo attraverso procedure di evidenza pubblica prescritte dalle attuali normative.
4) Come indicato dal PGTU, abolire gli interventi inutili dal punto di vista trasportistico e comunque tutti quelli che in generale non rispondono al criterio dell’interesse pubblico
5) Per quegli interventi in avanzato stato procedurale che presentano serie controindicazioni (ad esempio perché deturperebbero un giardino storico), avviare accordi con i concessionari volti a evitare contenziosi e risarcimenti che ricadrebbero sulla città, ad esempio procedendo alla ricollocazione in altre aree.
6) Per gli interventi in corso, e, a maggior ragione, per eventuali nuovi interventi, rivedere le norme a tutela dei cittadini per quanto riguarda la sicurezza (indagini preliminari, monitoraggi etc) e le garanzie (massimali assicurativi, assicurazione decennale postuma) prevedendo le necessarie modifiche dello Schema di Convenzione. Adottare le Linee Guida per la progettazione e la realizzazione dei parcheggi interrati elaborate dall’Ordine dei Geologi del Lazio e da Roma Capitale. Garantire una effettiva partecipazione della cittadinanza nell’elaborazione dei progetti di sistemazione superficiale. Per eventuali nuovi interventi predisporre gare di evidenza pubblica con criteri di selezione che prevedano anche un prezzo finale vantaggioso per i residenti. Per aree di particolare interesse e pregio indire concorsi di progettazione in collaborazione con Soprintendenza Capitolina e Dipartimento Urbanistica.
7) Effettuare una ricognizione (da mettere a disposizione dei cittadini on line) della posizione di tutti i concessionari sia rispetto al pagamento degli oneri concessori sia rispetto al completamento di altri interventi assegnati (ci risulta che molti “proponenti” che continuano ad accampare diritti con l’amministrazione, siano inadempienti per interventi terminati da anni e che altri abbiano da anni cantieri aperti e lavori fermi)
8) Effettuare una ricognizione (da mettere a disposizione dei cittadini on line) dei collaudi dei PUP già realizzati, che in molti casi ci risulta non siano mai stati effettuati, esponendo i cittadini che fruiscono delle strutture a rischi di cui, in caso di incidente, potrebbe essere corresponsabile l’amministrazione.
9) Effettuare controlli a campione per verificare la corretta destinazione dei box, che ci risulta che in molti casi siano impropriamente utilizzati per il ricovero di tutto meno che di autovetture, rendendo ancora più inutile e ingiustificata la concessione di suolo pubblico.
10) Pubblicare su una sezione dedicata del sito del Comune (o sito collegato) tutte le informazioni riguardanti gli interventi in corso e previsti.
INDICE DOSSIER
25 ANNI DI PUP
- Parcheggi per chi
- Regole per i parcheggi
- Un po’ di storia
- I motivi del fallimento del PUP
- I quesiti giuridici da risolvere a monte
- Il parere dell’Autorità di vigilanza sui contratti/Anticorruzione
- La pertinenzialità
- Una sentenza della Cassazione
- Le ragioni dei cittadini: nota sulla tutela dei residenti
LA LISTA POLICASTRO: quello che bisogna sapere sugli interventi sottoposti ai Municipi
- Le schede:
- I nuovi Pup introdotti da Alemanno nel maggio 2013
- Piazza Manila
- Gli ampliamenti dei parcheggi dei mercati
IL CASO VIA GIULIA (A cura del Coordinamento Residenti Città Storica) scarica il dossier IL CASO DEL PARCHEGGIO DI VIA GIULIA 24 marzo 2015
25 ANNI DI PUP
PARCHEGGI PER CHI
Vorremmo innanzitutto smentire il luogo comune secondo cui i parcheggi sono una risposta efficace ai problemi della mobilità perché “tolgono le auto dalla strada”. La causa principale della disastrosa mobilità della Capitale è un rapporto vetture private/abitanti che non ha uguali in nessuna città d’Europa, a fronte di un servizio pubblico fortemente inadeguato, con il conseguente circolo vizioso che provoca nefaste ricadute sia sull’economia della città sia sulla qualità della vita dei cittadini.
E vogliamo ribadire ancora una volta che, rispetto alle esigenze della sosta, qualunque Piano Parcheggi sarà sempre un palliativo. Non si tratta di aumentare il numero di parcheggi, ma di diminuire il numero delle automobili circolanti, sia per quanto riguarda le vetture in arrivo da fuori città, sia per quanto riguarda quelle dei residenti.
Un risultato che si può raggiungere solo partendo da un incremento del servizio pubblico e anche rendendo più accessibile e diffuso il ricorso ad altre forme di mobilità, incentivando l’uso della bicicletta, del car sharing, dei percorsi pedonali. Come accade da anni in tutte le grandi città europee. Come avrebbe potuto accadere da tempo anche a Roma, se tutte le giunte che si sono avvicendate non avessero gettato la spugna ancor prima di mettersi al lavoro, come se la Capitale fosse una realtà troppo complessa per tentare di mettere in pratica sul serio i tanti piani della mobilità rimasti sempre sulla carta.
A più di vent’anni dall’entrata in vigore della Legge 122/89 (Legge “Tognoli”), e dopo sei anni di Emergenza Traffico e Mobilità, con relativi poteri speciali del Sindaco, è ora di prendere atto che il Piano Urbano Parcheggi, per come è stato ideato e gestito, è stato un sostanziale fallimento:
- Non sono stati realizzati i nodi e parcheggi di scambio: di quelli previsti dal 2006 a oggi (arrivati a 17 nelle previsioni del Piano del 2008) ne è stato completato solo uno.
- E’ stata realizzata solo una minima parte dei “Pup” privati, che non ha comportato alcun miglioramento né della situazione della sosta, né delle sistemazioni superficiali, spesso addirittura peggiorate
- La percentuale rotazionale dei parcheggi è poco utilizzata e non garantisce un sufficiente ritorno economico al gestore
- Molti box sono invenduti da anni e lo resteranno anche tanti di quelli oggi in costruzione
- I cittadini non sono stati informati, né consultati, né tanto meno coinvolti rispetto a interventi e sistemazioni superficiali: la maggior parte degli interventi realizzati e in corso ha invece scatenato proteste e azioni legali
REGOLE PER I PARCHEGGI INTERRATI PRIVATI SU SUOLO PUBBLICO
Le nostre proposte in realtà sono ampiamente contenute nella sezione del PGTU approvato in Giunta nel settembre scorso, che oltretutto cita una deliberazione del Consiglio Comunale del 2003 (n.231) , che conosciamo bene perché espone tutte le criticità che noi da anni segnaliamo, a cui nessuno finora ha posto rimedio.
Noi chiediamo che il Piano Urbano Parcheggi diventi un reale strumento al servizio del Bene pubblico. Per renderlo tale è necessario un radicale cambiamento di rotta in 5 punti:
1) IL PIANO DEVE ESSERE UN PIANO È necessaria un’accurata pianificazione – mai avvenute – che integri il Piano Parcheggi con un piano generale della mobilità e dello sviluppo urbanistico. La decisione su numero, tipo e localizzazione degli interventi, deve essere attribuita a un soggetto pubblico ed effettuata sulla base di uno studio della situazione attuale e della sua proiezione nel medio e lungo periodo, attraverso l’individuazione “caso per caso” della soluzione di sosta più utile alle esigenze del territorio e della mobilità cittadina, riducendo i parcheggi a punti strategici nella città consolidata e a nodi di scambio nelle fasce più periferiche della città.
2) LO SPAZIO PUBBLICO SOPRA I PARCHEGGI E’ DI TUTTI Non si devono più realizzare parcheggi sotto aree verdi con alberature di prima e seconda grandezza o alberi di pregio. Le sistemazioni che contemplano la realizzazione di un nuovo giardino pubblico sopra i parcheggi devono prevedere una zolla di almeno 2,5 m di terra per permettere la piantumazione di alberi di prima e seconda grandezza. Gli interventi, soprattutto se in corrispondenza di piazze o crocevia importanti, devono rispondere ai requisiti dei regolamenti per la sistemazione urbanistica degli spazi pubblici, a cominciare da quello per la partecipazione dei cittadini; nel caso di interventi complessi, si deve ricorrere al concorso di idee. I progetti di sistemazione devono comprendere rendering dettagliati e capitolati con la minuziosa indicazione dei materiali utilizzati. La manutenzione dell’area pubblica superficiale deve essere effettuata dal Comune, a spese del condominio dei proprietari dei parcheggi. Gli uffici comunali, prima di autorizzare la realizzazione di nuovi interventi, devono verificare che la ditta non sia inadempiente nelle realizzazioni in corso, sia sul rispetto delle prescrizioni e dei tempi, sia sul versamento degli oneri concessori.
3) PARCHEGGI PER CHI I parcheggi pertinenziali devono essere destinati al ricovero delle auto e non devono diventare cantine e magazzini: per questo devono essere costituiti da stalli aperti e non da box. Per evitare speculazioni su suolo pubblico, coerentemente con i dettami della Legge Tognoli, i parcheggi pertinenziali devono essere effettivamente destinati ai proprietari di immobili dell’area limitrofa (“l’area di influenza”), incentivati all’acquisto attraverso un prezzo favorevole, definito attraverso i parametri del bando pubblico e comunque inferiore al valore di mercato. I parcheggi rotazionali devono essere prevalentemente collocati fuori dal perimetro della città storica, e regolati da una politica tariffaria che scoraggi l’afflusso delle auto verso il centro premiando chi abbandona il mezzo privato nelle fasce più lontane.
4) PIU’ GARANZIE AI CITTADINI Il Comune deve garantire la sicurezza e il benessere di coloro che vivono e lavorano nelle aree degli interventi e la tutela degli edifici di contorno, adottando prescrizioni piú stringenti (come ad esempio quelle recentemente elaborate all’Ordine dei Geologi del Lazio scarica Linee_guida_CaV) e soprattutto vigilando sul rispetto delle prescrizioni, in particolare sia per quanto riguarda le indagini preliminari, sia per quanto riguarda la congruità e la durata delle polizze assicurative per gli eventuali danni emergenti ai fabbricati limitrofi, durante la costruzione del parcheggio e per i dieci anni successivi al collaudo.
5) STABILIAMO LE REGOLE La pubblica utilità e la valorizzazione delle risorse pubbliche devono essere il criterio guida degli interventi. I parcheggi non possono comportare il danneggiamento o il ridimensionamento di beni pubblici come siti archeologici, ville e giardini, vincolati e non. L’affidamento degli interventi deve rispettare il principio del miglior offerente, individuato sulla base di gare di evidenza pubblica. Gli oneri concessori da versare alle casse pubbliche devono essere proporzionati al prezzo finale di vendita dei posti auto.

Il cantiere del PUP di Via Imera (San Giovanni) che prosegue a singhiozzo da anni con grandi disagi per i residenti
Un po’ di storia
Più di vent’anni fa, partendo dalla constatazione che le grandi città erano ingolfate dalle automobili, l’allora ministro per i problemi delle aree urbane Tognoli vara la Legge N.122/1989 (la “legge Tognoli”) con l’obiettivo di promuovere la realizzazione di parcheggi e rendere più fluida la viabilità. Molti Comuni italiani, tra cui il Comune di Roma, sono chiamati alla realizzazione del Programma Urbano Parcheggi “sulla base di una preventiva valutazione del fabbisogno e tenendo conto del piano urbano del traffico” e a redigere un programma “indicando, tra l’altro, le localizzazioni, i dimensionamenti, le priorità di intervento nonché le opere e gli interventi da realizzare in ciascun anno”. La legge prevede agevolazioni fiscali ed economiche, grazie a finanziamenti statali, e anche urbanistiche, in quanto il PUP, una volta approvato, “costituisce automaticamente variante qualora contenga previsioni in contrasto con le pianificazioni urbanistiche in vigore” in quanto “l’atto di approvazione del programma costituisce dichiarazione di pubblica utilità, urgenza e indifferibilità delle opere da realizzare”.
Ma l’aspetto più gravido di conseguenze della Legge Tognoli è che viene incentivata la realizzazione di parcheggi al servizio degli edifici che non ne sono adeguatamente provvisti, sia in aree di pertinenza condominiale sia su suolo pubblico, tramite la concessione delle aree ai privati per un massimo di novant’anni. Tuttavia, per evitare speculazioni, a fronte delle facilitazioni, la Legge Tognoli inserisce il vincolo di pertinenzialità, specificando che tali parcheggi non possono essere “ceduti separatamente dall’unità immobiliare alla quale sono legati da vincolo pertinenziale” e che “ I relativi atti di cessione sono nulli.” In pratica i box possono essere acquistati solo da proprietari di immobili nella “zona d’influenza del parcheggio” e possono essere rivenduti solo a eventuali nuovi acquirenti degli stessi immobili cui l’atto notarile li collega.
Una ulteriore fortissima spinta per la realizzazione di parcheggi nella Capitale viene poi impressa da due ordinanze del neo Presidente del Consiglio dei Ministri Romano Prodi, che seguendo la strada tracciata da Silvio Berlusconi nel 2001 per la città di Milano, nel 2006 dichiara «lo stato di emergenza per la situazione determinatasi nel settore del traffico e della mobilità nella città di Roma» e, un mese dopo, attribuisce al Sindaco di Roma la funzione di “Commissario delegato per l’attuazione di interventi volti a fronteggiare l’emergenza traffico nel territorio della Capitale» con poteri speciali.
A 25 anni dalla Legge Tognoli e a 9 dai Decreti Prodi, la situazione del traffico a Roma è rimasta invariata, se non peggiorata, anche perché non ci sono stati miglioramenti sensibili negli altri settori contemplati dalle normative speciali: l’incremento della polizia municipale sul territorio e soprattutto il potenziamento e la razionalizzazione del trasporto pubblico. Si potrà obiettare che i vantaggi sono limitati anche perché finora si è realizzato un numero limitato di interventi, rispetto a quelli previsti, ma basta vedere il paesaggio che circonda i “PUP” già realizzati – macchine in terza e quarta fila, sotto cartelli che da anni raccomandano di affrettarsi ad acquistare gli “ultimi box in vendita” – per rendersi conto che il problema della mobilità è molto più complesso di quello che si vuole far credere. E che, con l’esclusione dei nodi di scambio lungo il perimetro esterno della città, se non si risolvono i problemi a monte con un articolato piano strategico, qualunque parcheggio sotterraneo sarà sempre e solo un palliativo: per quante vetture si toglieranno dalla strada, ne arriveranno sempre altrettante a prenderne il posto, secondo il noto principio dei vasi comunicanti.
I motivi del fallimento del PUP
Uno degli elementi principali del totale fallimento del Piano parcheggi – riconosciuto persino dai suoi fautori che si sono alternati in questi anni, di centrosinistra e di centrodestra – è che il Piano urbano parcheggi, in tutte le sue versioni successive, non è mai stato un “piano”.
Tutta la vicenda romana comincia con un avviso pubblicato su alcuni quotidiani, il 29 luglio 1990 (e ancora l’8 luglio 1991), in cui si invitano ditte private ad avanzare proposte per la realizzazione di garages sotterranei pertinenziali indicando le localizzazioni desiderate. Arrivano centinaia di proposte, una commissione (non si sa composta da chi e con quali criteri) ne elimina un certo numero, quelle che restano (qualche centinaio) vengono inserite nel primo Piano Urbano Parcheggi, sparpagliate nella città con l’unico criterio della richiesta degli operatori privati. Questi primi Piani oggi ci appaiono una matassa oscura e ingarbugliata, di cui è difficile ricostruire i percorsi e le dinamiche, perché da subito gli interventi cominciano a passare di mano (da una ditta all’altra attraverso discutibili “cessioni di rami aziendali”) e a saltellare per tutta la città, in alcuni casi su richiesta degli uffici comunali, in altri – più frequenti – per andare incontro alle richieste dei “proponenti” in cerca di localizzazioni economicamente più appetibili (e più centrali), in altri ancora per accontentare le esigenze elettorali di qualche politico. Abbiamo seri motivi per ritenere che gli stessi posti auto segnati solo “sulla carta” del Piano parcheggi, siamo stati ceduti da una ditta a un’altra a fronte di una cospicua “buon uscita”, anche se appartenevano a interventi che non erano stati neanche formalizzati dall’ Amministrazione.
Nel 2006, con l’istituzione dell’ “emergenza traffico” e dei poteri straordinari del Sindaco, il Comune di Roma avrebbe potuto fare un vero salto di qualità e utilizzare la gestione commissariale per rimettere mano al Piano parcheggi facendo tesoro degli errori compiuti – di cui come abbiamo visto era ampiamente consapevole – riportando al centro del Piano l’interesse pubblico. Invece preferisce continuare sulla linea precedente, rimodulando e accorpando gli interventi, facendoli ancora una volta rimbalzare da un angolo all’altro della città senza alcuna strategia trasportistica, sotto l’influsso di spinte e controspinte destinate ad annientare anche le pur timide intenzioni pianificatrici. E accorpando e scomputando posti auto, calcolando i cosiddetti “resti” da restituire alle imprese fino all’ultimo box, arrivando addirittura a mettere insieme 2-3 società diverse per realizzare un unico garage, frutto della fusione dei 2-3 interventi assegnati precedentemente alle singole ditte.
Il secondo motivo nasce dalle caratteristiche stesse dei garages, che in ben pochi casi assolvono al loro compito di liberare le strade cittadine dalla sosta selvaggia: costruire dei box chiusi in una città sempre affamata di cubature in cui stipare oggetti e materiali perché gli appartamenti, gli uffici e i locali commerciali hanno costi esorbitanti, ne ha provocato inesorabilmente la trasformazione in cantine e magazzini. Infatti, anche se non esistono statistiche in questo senso, perché non risulta a memoria d’uomo che sia mai stato fatto un controllo, possiamo affermare che la maggior parte dei box venduti a Roma tutto contiene tranne che automobili. E nonostante le minacce di sanzioni, messe nero su bianco nei contratti, chi cambia la destinazione dei box o ne fa un uso improprio è destinato all’impunità, dato che non è stato neanche previsto un soggetto con il compito di operare delle verifiche sistematiche.
Il terzo motivo, che in questi ultimi anni di crisi economica ha decretato il fallimento, non solo del Piano Parcheggi, ma anche di molte ditte del settore, è il prezzo di vendita dei box, a Roma esorbitante anche in periferia, in molti casi paragonabile a quello di un appartamento qualche chilometro fuori città, che ha causato un altissimo tasso di invenduto. Un prezzo stabilito dal mercato, sganciato dai costi di costruzione e molto più alto delle altre città, per motivi che le maggiori spese per le indagini archeologiche e geologiche non bastano a giustificare. All’inizio è stato calmierato con detrazioni fiscali e addirittura con incentivi economici a spese della collettività (ci risulta che in passato – Sindaco Veltroni – siano stati dati dal Comune di Roma anche 6 milioni di lire agli acquirenti dei box). Ma basta fare il confronto con Milano, dove il prezzo finale per l’acquirente fa parte dei criteri di aggiudicazione delle gare d’appalto, per cui il residente può acquistare il garage a un prezzo dimezzato rispetto ai valori immobiliari della zona (e il Comune resta il garante con i cittadini del suo rispetto), per capire la siderale distanza delle diverse amministrazioni capitoline dalle intenzioni della Legge Tognoli. Invece la nuova giunta Pisapia, pochi mesi dopo l’insediamento, ha costretto una società a diminuire il prezzo dei box ingiustamente lievitato e ha rimodulato tutti gli interventi al’insegna dell’interesse pubblico.
I quesiti giuridici da risolvere a monte
I “diritti acquisiti”
A Roma tutte le rimodulazioni sono sempre state effettuate mantenendo la centralità dell’interesse privato, in nome di presunti “diritti acquisiti” dei primi proponenti-costruttori (e dei loro “subentranti” tramite cessione del ramo d’azienda), indipendentemente dallo stato delle procedure e delle concessioni o permessi di costruire eventualmente già attribuiti, appellandosi al rischio di risarcimenti milionari a carico del Comune verso i “concessionari”.
Il TAR sul PUP di Via Fermi
In proposito è necessario tenere presente una sentenza del TAR del Lazio del 4/11/2014 (scarica TAR PUP via Fermi), che ha condannato il Comune “per grave inadempimento” rispetto al previsto parcheggio in via Enrico Fermi (XI Municipio) di cui era stata stipulata una convenzione con la ditta CAM srl nel 2010. Senza entrare nel merito di tutti gli aspetti della vicenda, su cui scriveremo più approfonditamente in seguito, rileviamo che, anche se il tribunale amministrativo ha condannato il Comune al pagamento di un milione di euro come risarcimento alla ditta, non ha tuttavia accolto la linea della società ricorrente, che chiedeva una cifra di circa 21 milioni di euro. Le voci che erano state conteggiate per giungere a questa somma dal proponente erano numerose, ma la più consistente era senz’altro “la mancata percezione dell’utile derivante dalla vendita dei 180 box previsti e dalla gestione dei 220 posti auto”, “quantificato dalla società …per un importo pari ad euro 16.834.825,20, ottenuto sulla base dello sviluppo del piano economico – finanziario“. In pratica la ditta aveva chiesto il risarcimento del mancato guadagno dalla vendita dei box come se fossero stati ultimati e venduti, anziché delle spese effettivamente sostenute fino a quel momento. E il rischio che i tribunali amministrativi abbracciassero questa interpretazione è stato spesso ventilato dall’amministrazione di fronte ai cittadini, per giustificare l’impossibilità di qualsiasi ripensamento. Orbene, rimandando alla accurata lettura della sentenza per conoscerne tutti i dettagli, citeremo le conclusioni del Tribunale sul punto che ci interessa: “l’insieme di tutti questi elementi induce il Collegio a ritenere che il danno da lucro cessante richiesto non possa essere liquidato nella sua interezza, bensì solo quale percentuale di quello astrattamente realizzabile” e quindi “tenuto conto dello stadio di realizzazione degli interventi (mai effettivamente iniziati), della durata della concessione e del piano di ammortamento, nonché, infine, del fatto che Cam non ha provato di essere stata nell’impossibilità di utilizzare, nelle more del giudizio, mezzi e maestranze per l’espletamento di altre commesse, appare equo riconoscere alla ricorrente, a titolo di utile mancato, la somma di un milione di euro (1.000.000,00 euro)“. E se in generale, riteniamo assolutamente corretto che in caso di rinuncia del Comune a proseguire la realizzazione di interventi per cui sono già stati sottoscritti contratti vincolanti, per motivi di opportunità (naturalmente ciò non vale non nel caso in cui i proponenti non abbiano ottemperato regolarmente a quanto stabilito dalle normative dagli atti sottoscritti), alle ditte venga riconosciuto un risarcimento proporzionale alle spese effettivamente sostenute, ci sembra altrettanto equilibrato che l’amministrazione debba corrispondere solo la parte di spettanza.
Ma tornando alla storia dei “diritti acquisiti”, se da un lato, in qualche caso, sono stati effettivamente riconosciuti e messi all’asta dal Tribunale in seguito al fallimento di una società proponente (e accaparrati da un’altra ditta sulla base di un’offerta economica), dall’altro, come abbiamo visto, potrebbero essere messi in discussione da una serie di argomentazioni giuridiche altrettanto valide, e potrebbero quindi riguardare solo quegli interventi per cui siano stati sottoscritti atti davanti a un notaio. E sulla legittimità delle prosecuzione delle procedure applicate finora, che prevedono l’assegnazione di aree pubbliche a privati senza alcuna gara di evidenza pubblica (come invece è sempre avvenuto in altre città fin dall’inizio degli anni ’90) si è espressa la citata Deliberazione n. 57 Adunanza del 30 maggio 2012 il Consiglio dell’Autorità Nazionale Anticorruzione (ai tempi Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici), che afferma chiaramente che i Pup sono da “ritenersi rientranti nella nozione di opera pubblica” perché “sebbene l’opera sia realizzata “per essere asservita ad un’unità immobiliare privata, la stessa è senz’altro un’opera di pubblico interesse perché soddisfa esigenze di interesse generale (il decongestionamento del traffico) e come tale è inserita in un atto di programmazione territoriale (P.U.P.); è opera d’urbanizzazione ed è destinata a ritornare, al termine della durata del diritto di superficie, nella disponibilità comunale”. E ribadisce più oltre: “i parcheggi in questione in quanto opere di interesse generale, realizzate su aree pubbliche destinate a tornare in regime di “piena proprietà” nel patrimonio dell’ente interessato allo scadere del termine di durata del diritto superficiario, rientrano nella nozione di “opere pubbliche”, e quindi sono soggette all’applicazione della normativa sugli appalti pubblici”. E, aggiunge l’Autorità che le relative “procedure sono “ormai non più coerenti con l’attuale quadro normativo“ e che “nel caso di eventuali decadenze delle convenzioni in atto, l’affidamento della concessione del diritto di superficie a un nuovo soggetto non potrà che avvenire nel rispetto delle procedure di evidenza pubblica previste dalle norme vigenti” . Affermazione che dovrebbe permettere, a nostro avviso, di individuare nella stipula della Convenzione tra il Comune e i “proponenti” privati, lo “spartiacque procedurale” per determinare quali situazioni debbano essere portate a compimento seguendo le procedure precedenti e quali invece richiedano una revisione in funzione delle normative europee ormai vigenti dal 2006. E poiché l’ Autorità conclude “ritenendo opportuno” che il Comune di Roma proceda “ad una ricognizione complessiva degli interventi strettamente riconducibili al citato avviso pubblico [i due trafiletti pubblicati sui quotidiani rispettivamente nel 1989 e nel 1990] ancora da realizzare e al completamento degli stessi in tempi limitati, al fine di poter procedere, nel caso di nuovi ulteriori interventi, con modalità coerenti all’attuale quadro normativo”, è importante rilevare che la pressoché totalità degli interventi contenuti nell’ultimo Piano (novembre 2008), non sono più riconducibili (tantomeno “strettamente”) agli interventi selezionati ormai venticinque anni fa in seguito all’avviso pubblico citato, in quanto nel luglio del 2007 il P.U.P. è stato completamente rimodulato (e ancora modificato successivamente), e gli stessi “proponenti” odierni sono in molti casi soggetti subentrati in seconda o ennesima battuta ai proponenti originali, attraverso ripetute “cessioni di ramo d’azienda”.
E soprattutto è necessario operare una valutazione dopo la cessazione dello stato di emergenza proclamato nel 2006, che ha permesso in qualche modo di “blindare” una situazione già allora ampiamente sorpassata dalla legislazione nazionale e dalle direttive europee, inglobando nel perimetro della gestione commissariale e delle deroghe a ben 36 norme e leggi statali e regionali (tra cui il Codice dei contratti e alcune normative di tutela paesaggistica e ambientale) tutti gli interventi del Piano Urbano Parcheggi, sottraendoli così al rispetto delle regole vigenti. La decadenza del regime commissariale, avvenuta il 31 gennaio 2012, e la conclusione della fase di passaggio al regime ordinario, nel giugno 2013, avrebbero dovuto indurre l’amministrazione ad una attenta disamina di tutte le “eccezioni” non più praticabili per quegli interventi in itinere o mai avviati, che avrebbero potuto richiedere ulteriori istruttorie se non di “ripartire da zero” per sottostare alle attuali normative. Invece nulla è stato fatto, e oggi, a più di due anni dalla fine dei poteri speciali, nonostante la legge lo preveda e nonostante le ripetute pressanti richieste ufficiali di Mobilitiamoci e Carteinregola, non sono stati ancora pubblicati i resoconti di attività dell’Ufficio Speciale Emergenza Traffico durate sei anni (2006-2012), derogando a norme in tema di ambiente, partecipazione, appalti, tutela archeologica, e con un costo annuo di almeno 2 milioni di €.
La pertinenzialità
Una seconda questione che avrebbe dovuto essere affrontata urgentemente riguarda l’applicazione della legge Tognoli, che del Piano Urbano Parcheggi è la base e il pilastro portante, rispetto agli obblighi della pertinenzialità. Come già ricordato, la Legge 122/89 stabiliva un vincolo indissolubile tra il parcheggio e l’immobile di pertinenza, che significava che l’unico acquirente che poteva subentrare nella proprietà di un box pertinenziale era l’acquirente dell’appartamento o locale collegato. Ciò nonostante ci risulta che per anni l’Ufficio parcheggi abbia rilasciato dei “nulla osta” con una formulazione sibillina che ha permesso ai proprietari di cedere il box ad altri proprietari di immobili con gli stessi requisiti, e a notai distratti di non accorgersi della conseguente nullità di quegli atti. Questa situazione è stata in qualche modo regolarizzata con il Decreto varato dal Governo Monti diventato legge n. 35 il 4 aprile 2012, contenente ‘‘Disposizioni urgenti in materia di semplificazione e di sviluppo”, il cui Art.10 (*) ha notevolmente ridimensionato quella che era una delle poche limitazioni poste dalla Legge 122/89 (Legge “Tognoli”) a garanzia delle finalità pubbliche delle deroghe e soprattutto delle facilitazioni economiche previste per la realizzazione dei box privati su suolo pubblico. Così oggi il proprietario di un box pertinenziale può venderlo separatamente a un altro soggetto, purchè anche questo sia proprietario di un immobile (e sia autorizzato dal Comune che deve verificare – teoricamente – i requisiti del subentrante) di cui il garage può diventare pertinenza. Quanto alla prossimità dell’abitazione o del locale con l’immobile di pertinenza, un’ordinanza commissariale del 2010 (n.357 del 6 dicembre 2010) ha esteso la pertinenzialità a tutta l’area cittadina. In pratica, dopo una prima raccolta di prenotazioni dei proprietari di immobili nell’area con un raggio di 1000 mt, allo scadere di 270 giorni dal rilascio del Nulla Osta all’inizio dei lavori (cioè più di un anno prima dell’ultimazione del parcheggio), il concessionario può cedere i box a qualunque proprietario di immobile nell’area della Capitale.
Tuttavia, decaduta l’emergenza traffico, sembrerebbe ovvio il ripristino delle regole preesistenti, cioè dell’unica Legge Nazionale, la 122/89. E se si riparte dalla Legge Tognoli, tanti aspetti dovrebbero essere urgentemente ridefiniti: intanto se la quota di posti rotazionali inseriti a partire dal 2006, proprio grazie ai poteri straordinari del Sindaco, può continuare a far parte dei progetti che non sono ancora stati presentati o approvati nel momento della decadenza del regime commissariale, dato che la Tognoli prevede solo parcheggi pertinenziali. In secondo luogo dovrebbero essere rivisti anche i criteri che regolano la prossimità dei parcheggi e l’individuazione “ a monte” degli edifici di cui sono destinati ad essere pertinenza. Soprattutto perché sul tema si è espressa la Cassazione, per un parcheggio in costruzione in Via Panama, a Roma, poi fermato proprio in seguito alla sentenza.
Cosa ha detto la Cassazione nel 2011
La sentenza, del 16 novembre 2011, a nostro avviso rimette in discussione la legittimità delle procedure non solo del parcheggio di Via Panama su cui si esprime, un intervento su suolo privato realizzato con la semplice DIA avvalendosi delle agevolazioni della legge 122/89 , ma, per certi aspetti, di tutti gli interventi inseriti nel Piano Urbano Parcheggi della Capitale, perché collega definitivamente il concetto di “pertinenzialità” a quello di “prossimità”.
La Cassazione infatti contraddice l’interpretazione del Comune di Roma della Legge Tognoli rispetto alla definizione di “area di influenza” (e la Corte si riferisce all’area dal raggio di 1000 mt) dichiarando esplicitamente che le norme attuative della legge, scritte dal Campidoglio (delibera 164 del 1997), «non rispondono ai requisiti fissati dalla legge e dall’interpretazione che di questa ha fornito la Cassazione”
Per la Corte il tema che va affrontato è “se la legge possa dirsi interamente rispettata dalla definizione del perimetro dell’area di prossimità e dalla previsione dell’obbligo per il costruttore, garantito dall’impegno contrattuale assunto verso il Comune, di destinare in futuro i box e gli spazi di parcheggio esclusivamente a titolari di diritti sugli immobili ricompresi nell’area di prossimità. La Corte ritiene che la risposta debba essere negativa. L’esame che è stato effettuato in precedenza (…) rende evidente che non esiste alcuna garanzia che gli spazi del parcheggio troveranno una effettiva destinazione nei termini previsti dal progetto e, inoltre che difetta una relazione tra gli spazi destinati a parcheggio e specifici immobili ricompresi nell’area individuata”. Si tratta per la Corte di uno “snaturamento della legge Tognoli e si fonda su un’interpretazione estensiva dell’art.9 citato [ma potrebbe essere lo stesso per l’art.6, che si fonda sugli stessi presupposti] non consentita in presenza di una norma a carattere derogatorio nei termini sopra richiamati” perché il rapporto di pertinenza “finisce per porre in relazione i parcheggi in modo indifferenziato con l’intera area servita” . La Cassazione ritiene anche che “un chilometro di distanza è eccessivo perchè si possa configurare il necessario rapporto di «pertinenzialità» tra abitazioni e garage così come stabilito dalla legge Tognoli”. In particolare, secondo la Cassazione, il progetto del megaparking di Via Panama avrebbe dovuto indicare quali fossero gli immobili ai quali era destinata la vendita. Altrimenti si versa «in ipotesi di iniziativa speculativa». E’ pur vero che nel caso dei parcheggi su suolo pubblico l’approvazione della pubblica amministrazione dovrebbe in qualche modo essere garanzia di pubblica utilità; però ci si chiede se sia corretto anche da parte della pubblica amministrazione deformare fino a questo punto una legge che aveva come obiettivo e fondamento la necessità di fornire di box auto i palazzi che ne erano sprovvisti .
Riteniamo quindi che sia urgente approfondire sul piano giuridico se l’Ordinanza commissariale che estende la pertinenzialità a tutta l’area cittadina sia – con il ritorno alla Legge 122/89 – ancora vigente e se sia possibile inserire quote di parcheggi rotazionali in interventi realizzati ai sensi della legge medesima. E a chi potrebbe obiettare che il citato Decreto sulle semplificazioni* supera automaticamente il problema, facciamo presente che per quanto riguarda i “parcheggi da destinare a pertinenza di immobili privati su aree comunali o nel sottosuolo delle stesse” da realizzare “nell’ambito del programma urbano dei parcheggi” (comma 4 dell’art.9 della legge Tognoli)- che è la fattispecie di cui trattiamo – il decreto dice esplicitamente che i parcheggi realizzati ai sensi di quel comma “non possono essere ceduti separatamente dall’unita’ immobiliare alla quale sono legati da vincolo pertinenziale e i relativi atti di cessione sono nulli“, come prescritto fin dall’inizio, anche se il decreto inserisce un’ulteriore postilla: “(ad eccezione di espressa previsione contenuta nella convenzionestipulata con il comune, ovvero quando quest’ultimo abbia autorizzato l’atto di cessione )“. In ogni caso il decreto non autorizza la cessione dei parcheggi come pertinenze di immobili dall’altra parte della città, ma lascia ai Comuni la decisione sull’estensione dell’area di influenza, con una esplicita clausola nella Convenzione o – per gli interventi già realizzati – tramite esplicita autorizzazione. E la scelta di estendere a tutta l’area comunale – dopo un periodo di prelazione degli edifici limitrofi – la possibilità di cessione dei garages è una scelta del Comune di Roma, non del decreto Monti. Anche se è evidente che questa materia andrebbe rivista anche a livello nazionale, poiché i rischi speculativi segnalati dalla Cassazione – facilitazioni economiche e procedurali per interventi di cui non è dimostrata la pubblica utilità – sono diventati realtà da un bel pezzo, anche grazie all’ambiguità di una Legge, la 122/89, che dopo 25 anni meriterebbe di essere aggiornata e drasticamente modificata…
Le ragioni dei cittadini: nota sulla tutela dei residenti
“Sindrome Nimby” (acronimo inglese di “Non nel mio cortile”) la chiamano, accusando di “egoismo” i comitati che si oppongono alla realizzazione dei parcheggi sotterranei nei loro quartieri. Ma nel caso del PUP della Capitale, i cittadini di ragioni ne hanno davvero molte. E non solo quelle della difesa degli spazi pubblici comuni da interventi che nella stragrande maggioranza dei casi sono solo speculazione privata, come il caso di Via dei Noci (per fare 80 box privati si cancellerebbe l’unico spazio alberato nel mare di cemento di Centocelle) o quello di Via Cesena (sempre per una manciata di parcheggi si asfalterebbe un lembo di verde spontaneo che il comitato di quartiere chiede di trasformare in giardino pubblico da 25 anni). E tanti altri.

Via Cesena, un’area nel cuore di San Giovanni salvatasi dalle edificazioni in una zona priva di verde
Ma quasi nessuno conosce davvero “le regole del gioco” della realizzazione dei Pup. Ben poche regole, rispetto a quelle che si applicano normalmente per le opere pubbliche, che ben poco tutelano la sicurezza dei residenti (al contrario di quelle da sempre vigenti ad esempio a Milano e Torino), e sulla cui applicazione si vigila ben poco. Basti dire che chi deve decidere l’estensione dell’area “di rischio” intorno allo scavo, quella in cui si effettuano le indagini preliminari, si studiano e si monitorano gli edifici, si accendono assicurazioni per eventuali danni ai palazzi, è lo stesso privato che realizza i parcheggi sotterranei, cioè chi deve pagare le indagini preliminari, i “testimoniali di stato”, i monitoraggi e le assicurazioni. E la famosa “Commissione di Alta Vigilanza” formata da professionisti chiamati a verificare il progetto strutturale, che viene sventolata come massima garanzia per la sicurezza dei cittadini, al di là del nome rassicurante, non ha alcuna effettiva responsabilità rispetto ai progetti che deve “validare”, come non ha nessuna responsabilità il Comune: in caso di danni (che, seppure raramente, si sono già verificati) i malcapitati residenti devono vedersela con il concessionario privato, in genere una “srl” con qualche migliaio di euro di capitale sociale (molte ditte navigano tra i 13.000 euro e i 20.000 euro, il massimo che abbiamo riscontrato è 100.000€), spesso con garanzie assicurative ridicole. E ben pochi sanno che non esiste alcun soggetto amministrativo deputato a controllare la congruità delle assicurazioni accese dai costruttori dei Pup: nello schema di Convenzione una frase sibillina sembra incaricare la Commissione Alta Vigilanza, ma naturalmente non può essere compito di ingegneri e geologi.
E così può capitare che un concessionario stipuli un’assicurazione che, oltre a prevedere per “crolli parziali e totali” la misera cifra di 75.000 euro ad appartamento del palazzo assicurato (zona popolare ma centrale), non prevede neanche un euro di risarcimento per cedimenti senza crolli (che sono poi i casi più frequenti) e che vincola la metà del premio assicurativo a “danni da scioperi e tumulti”. Non sarebbero necessari altri commenti, ma vogliamo ancora fare presente che, a Roma, qualsiasi tutela assicurativa per gli edifici scade con la consegna del garage: da quel momento le coperture valgono solo per i box sotterranei, ma cessano per i palazzi circostanti. E se le conseguenze dello scavo sulle fondamenta sulle costruzioni limitrofe si manifestassero successivamente, agli sfortunati proprietari, per rientrare nelle salatissime spese di consolidamento, resterebbe solo la prospettiva di un lungo e incerto contenzioso, verso una ditta che magari nel frattempo dichiara fallimento… Quanto alle famose fideiussioni che dovrebbero garantire il Comune (cioè tutti noi) dalle ditte inadempienti, ci sembra che anche quelle garantiscano ben poco: emblematico il caso di Via Albalonga, dove, dopo anni di cantiere a intermittenza, il Comune ha dichiarato la decadenza della convenzione. Ma il ripristino dei luoghi è stato pagato con soldi pubblici, perché la società che avrebbe dovuto garantire la fideiussione è risultata anch’essa inadempiente. E’ quindi necessario rimettere mano completamente alle regole per tutelare i residenti, i cittadini e l’amministrazione, con una profonda revisione dello Schema di Convenzione (> vai alla pagina “per un nuovo schema di convenzione” con la nostra proposta del 2011), e soprattutto con l’immediata adozione delle Linee guida per la progettazione e la realizzazione dei parcheggi sotterranei a Roma, stilate dei Geologi del Lazio e del Comune di Roma, che giacciono da tre anni nel cassetto dell’Ufficio Parcheggi, che pure ha contribuito alla loro elaborazione. E dovrebbe in ogni caso essere finalmente introdotto l’obbligo dell’archeologia preventiva (diversa dalle pratiche finora utilizzate), e la predisposizione di un costante controllo da parte degli uffici tecnici comunali e municipali preposti (finora praticamente inesistente, se non in seguito a esasperate sollecitazioni dei residenti) anche sui collaudi e sul versamento degli oneri concessori. In proposito, facciamo presente che a tutela dell’interesse della collettività, dovrebbero essere riviste anche le condizioni economiche delle concessioni, dato che gli oneri versati dai privati si aggirano tra i 3000 e i 5000 euro a box che viene poi rivenduto con ricavi sproporzionati (fino al 2011 i prezzi, per la concessione di 90 anni del garage, andavano dai 45.000 euro in estrema periferia ai 150.000 euro in pieno centro)

Il Comitato NO PUP Fermi che da anni attende la votazione della delibera di iniziativa popolare per l’abolizione del Pup
(*) Legge 4 aprile 2012 n.35 (decreto Semplificazioni
Art. 10 Parcheggi pertinenziali
L’articolo 9, comma 5, della legge 24 marzo 1989, n. 122, e’sostituito dal seguente:«5. Fermo restando quanto previsto dall’articolo 41-sexies, della legge 17 agosto 1942, n. 1150, e successive modificazioni, l’immodificabilita’ dell’esclusiva destinazione a parcheggio, la proprieta’ dei parcheggi realizzati a norma del comma 1 puo’ essere trasferita, anche in deroga a quanto previsto nel titolo edilizio che ha legittimato la costruzione e nei successivi atti convenzionali, solo con contestuale destinazione del parcheggio trasferito a pertinenza di altra unita’ immobiliare sita nello stesso comune. I parcheggi realizzati ai sensi del comma 4** non possono essere ceduti separatamente dall’unita’ immobiliare alla quale sono legati da vincolo pertinenziale e i relativi atti di cessione sono nulli (ad eccezione di espressa previsione contenuta nella convenzionestipulata con il comune, ovvero quando quest’ultimo abbia autorizzato l’atto di cessione )
** legge 122/89 Art. 9 comma 4. I comuni, previa determinazione dei criteri di cessione del diritto di superficie e su richiesta dei privati interessati o di imprese di costruzione o di società anche cooperative, possono prevedere, nell’ambito del programma urbano dei parcheggi, la realizzazione di parcheggi da destinare a pertinenza di immobili privati su aree comunali o nel sottosuolo delle stesse. Tale disposizione si applica anche agli interventi in fase di avvio o già avviati. La costituzione del diritto di superficie è subordinata alla stipula di una convenzione nella quale siano previsti:
(comma così sostituito dall’art. 10, comma 2-ter, legge n. 30 del 1998)
a) la durata della concessione del diritto di superficie per un periodo non superiore a novanta anni;
b) il dimensionamento dell’opera ed il piano economico-finanziario previsti per la sua realizzazione;
c) i tempi previsti per la progettazione esecutiva, la messa a disposizione delle aree necessarie e la esecuzione dei lavori;
d) i tempi e le modalità per la verifica dello stato di attuazione nonché le sanzioni previste per gli eventuali indadempimenti.
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LA LISTA POLICASTRO
L’elenco di 45 interventi del Piano Urbano Parcheggi inviato ai Municipi per il parere dall’ on. Maurizio Policastro, Presidente della Commissione Speciale sulla Metro C e per il monitoraggio delle relative infrastrutture della mobilità“ il 30 settembre 2014
I MUNICIPIO
17 interventi, di cui 13 nell’ex Municipio XVII, 11 a Prati, in meno di due kmq. Alcuni sono collocati in area di particolare pregio paesaggistico, come Via Garibaldi e Via della Renella. Degli interventi solo 6 sono convenzionati. Non sappiamo se la lista sia stata finora discussa dalla commissione preposta e dal Consiglio Municipale.
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FUORI LISTA * scarica il dossier IL CASO DEL PARCHEGGIO DI VIA GIULIA 24 marzo 2015
Via Giulia, Largo Perosi, Vicolo della Moretta (B1.1-001) PA 332 (INIIZALMENTE 405) (Pdc rilasciato inizio 2015) PROPONENTE: CAM srl
L’area è situata nel centro storico di Roma, ed ha una notevole rilevanza dal punto di vista storico, architettonico e paesaggistico, tanto che lo stesso Dipartimento all’Urbanistica aveva raccomandato il ricorso a un concorso internazionale per individuare la migliore soluzione per la sistemazione della piazza, anche per valorizzare adeguatamente le importanti preesistenze archeologiche rinvenute nell’area durante gli scavi. Invece i reperti sono stati ricoperti e l’intervento è stato rimodulato, riducendo l’area di scavo ma aumentando di un piano il parcheggio (da tre piani a quattro), con un progetto che alla fine presenta un manufatto che emerge di circa 3 metri dal piano stradale sul lato di Via Bravaria e una piazza pubblica costituita da un piano inclinato con una pendenza del 5%. Si segnala inoltre che, nonostante le consistenti modifiche apportate al progetto, non ci risulta che sia stata effettuata una nuova Valutazione di Impatto Ambientale, nonostante le raccomandazioni espresse dalla Regione Lazio, Area di Difesa del Suolo, nel 2009 e nel 2010. Infine, poichè l’ Autorità di Vigilanza dei Contratti Pubblici ha dichiarato, con la Deliberazione n. 57 Adunanza del 30 maggio 2012, che gli interventi del Piano parcheggi, sono da “ritenersi rientranti nella nozione di opera pubblica”, riteniamo che la sistemazione superficiale della Piazza storica avrebbe dovuto essere sottoposta alle procedure previste a norma di legge, con l’affidamento dei lavori attraverso una gara di evidenza pubblica e un concorso di progettazione. SCHEDA IN COSTRUZIONE
SI RICHIEDE URGENTE VERIFICA DELLA REGOLARITA’ DELLA REALIZZAZIONE DI UN PARCHEGGIO INTERRATO AI SENSI DELLA LEGGE 122/89 PARZIALMENTE EMERGENTE DAL SUOLO, DELL’AFFIDAMENTO DIRETTO DEI LAVORI DI PROGETTTAZIONE E ESECUZIONE DELLA SISTEMAZIONE SUPERFICIALE ALLA DITTA, DELLA MANCANZA DI VERIFICA IMPATTO AMBIENTALE SUL PROGETTO MODIFICATO
* l’intervento non è inserito nell’elenco dei 45 interventi in quanto già in corso
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Largo dei Fiorentini (B1.4-037) PA 84 (convenzionato – Avviata Commissione Alta Vigilanza) PROPONENTE: Roma Park srl
Il Ministero per i Beni culturali aveva chiesto la sospensione dei lavori, in quanto riteneva l’opera ”incompatibile con lo stato dei luoghi per la loro valenza architettonica e per il gran pregio della chiesa di San Giovanni dei Fiorentini”. L’intervento ha ripreso recentemente il suo iter dopo una sentenza del TAR del 20 luglio 2012, che ha giudicato tardivo e non sufficientemente motivato il provvedimento della Soprintendenza. Il 28 gennaio scorso, stante l’inerzia del Comune, il TAR ha incaricato un dirigente della regione Lazio commissario. Nell’ angusto spazio a ridosso della Basilica dovrebbe essere installato un parcheggio meccanizzato, struttura di cui nella Capitale esistono parecchi precedenti fallimentari, com in Via Guidobaldo dal Monte, parcheggio chiuso da anni, il Parcheggio Cornelia, mai aperto e recentemente oggetto di un tentativo di riconversione in parcheggio con rampe, Piazza Ponte Umberto I, cantiere fermo da anni, della stessa ditta concessionaria del Pup di largo dei Fiorentini , Roma park srl.
SI RICHIEDE UN APPROFONDIMENTO GIURIDICO SULLA POSSIBILITA’ DI VINCOLARE LA REALIZZAZIONE DEL NUOVO PARCHEGGIO AL COMPLETAMENTO E ALL’ATTIVAZIONE DEL PARCHEGGIO DI PIAZZA PONTE UMBERTO I
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Piazza Indipendenza (B1.1-059) PA 267 (184 rotazionali 83 box pertinenziali) (non convenzionato, non oggetto di ordinanza commissariale) PROPONENTE: CAM srl
L’intervento è localizzato su un giardino pubblico e prevede la rimozione di numerose alberature di pregio*; inoltre, come più volte dichiarato dalla stessa Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma, l’area è “ad alto rischio archeologico”. Nella nota prot. 33563 del 20 ottobre 2010 la Soprintendenza ritiene di “dover sconsigliare l’opera, in considerazione dell’alto rischio archeologico dell’area, come più volte sottolineato”, e che “si renderà necessario effettuare una serie di indagini preliminari” “laddove la committenza intenda comunque perseguire nella realizzazione le parcheggio interrato”. E poiché la Committenza evidentemente ha ritenuto di portare avanti ugualmente il progetto, nel luglio 2011 si è tenuta la conferenza dei servizi, e la Direzione per i Beni Culturali e Paesaggistici del Lazio, acquisite le note delle Soprintendenza per i Beni architettonici e per i Beni Archeologici di Roma, ha espresso parere favorevole condizionato all’esito dei saggi archeologici. Rispetto allo spostamento delle alberature, il 2 dicembre 2011 un ufficio del Dip. X dichiara che tale spostamento “possa avere effetti pregiudizievoli”, mentre il 27 gennaio 2012 un altro ufficio sempre le Dip.X , pur rimandando alla precedente nota del 2 dicembre, esprime un “parere di massima favorevole alla soluzione proposta”, segnalando però che “date le particolari componenti storico/paesaggistiche dei luoghi che ricadono in area vincolata” ritiene “necessario acquisire i relativi N.O. alla realizzazione delle opere”.
Si fa infine presente che a poche centinaia di metri da Piazza Indipendenza è in costruzione una “piastra” parcheggio a cavallo dei binari della stazione Termini con una capienza di circa 800 posti auto rotazionali.
* l’ultimo accesso agli atti è del 2012
SI RICHIEDE VERIFICA DEI PARERI ACQUISITI, IN PARTICOLARE DALLA SOPRINTENDENZA E DAL DIP. X, E DELL’INTERESSE PUBBLICO DELL’OPERA, CONSIDERANDO LA DISTRUZIONE DI UN GIARDINO STORICO con ALBERATURE DI PREGIO. Si richiede in ogni caso l’espianto e la ripiantumazione delle alberature interessate dall’intervento e la previsione, nella progettazione del parcheggio, di uno strato di terreno con zolla di almeno 1,5 metri di spessore, per permettere il ripristino di alberature in grado di raggiungere una grandezza equivalente a quelle asportate.
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Lungotevere Castello (B1.4-028) PA 609* (non convenzionato, non oggetto di ordinanza commissariale). PROPONENTE: CAM srl
L’ intervento prevede lo scavo nell’area compresa tra il Palazzo di Giustizia e Castel Sant’ Angelo, di fronte al l’edificio storico dell’Associazione Nazionale dei Mutilati e invalidi di guerra, fino ai platani del Lungotevere. Nel giugno 2011, (OC 379 del 9 giugno 2011 OC 379_2011 via della Giuliana) i posti auto erano stati ridotti da 609 a 400, con la cancellazione di un piano interrato, in concomitanza con l’aumento dei posti auto nell’intervento di via della Giuliana, sempre assegnato alla stessa ditta. Evidentemente nonostante la ridistribuzione dei posti è stato di nuovo ripristinato il numero iniziale. I 609 posti auto previsti nel progetto iniziale erano disposti su tre piani, di cui 400 pertinenziali e 200 a rotazione e si prevedeva nel primo e nel secondo piano anche un’ampia metratura per quelle che vengono definite “attrezzature pubbliche e commerciali”, la cui pubblica utilità, in una zona altamente urbanizzata, è tutta da dimostrare.
Bisogna ricordare che l’area presenta notevoli problematiche idrogeologiche, che avevano comportato la rinuncia alla realizzazione del sottopasso di Castel Sant’Angelo pochi metri oltre. Si paventano rischi anche per i platani che orlano il lungo Tevere. Inoltre il piazzale, architettonicamente studiato negli anni trenta per rapportarsi con i volumi del Palazzo di Giustizia e del Castello affacciato sul Tevere, incastonato in uno degli spazi più belli della Roma antica, ne uscirebbe devastato. E il Palazzo di Giustizia, che ha già manifestato criticità fin dalla sua edificazione, si troverebbe con un altro scavo a pochi metri dalle sue fondamenta, e a pochi metri dallo scavo del megaparcheggio sotterraneo di 3 piani terminato qualche anno fa sul lato di Piazza Cavour.
SI RICHIEDE URGENTE VERIFICA DELLA REGOLARITA’ DELLA RIATTRIBUZIONE DEI POSTI AUTO ALLA DITTA, OLTRE A UN’INDAGINE PREVENTIVA PER I RISCHI IDROGEOLOGICI
https://sostasostenibile.wordpress.com/piano-urbano-parcheggi-dossier-2015/
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Lgo Tevere dei Mellini (B1.4-030 ) PA 277 (Convenzionato, conclusa Commissione Alta Vigilanza) PROPONENTE: Mellini Parking srl
L’intervento, in avanzato stato procedurale, a nostro avviso potrebbe presentare controindicazioni per la sopravvivenza del filare di platani sul lungo Tevere e la viabilità del tratto di Lungotevere durante i lavori. Ci risulta però che lo scavo non dovrebbe compromettere le alberature e che le caratteristiche costruttive con il “top down” dovrebbero permettere la realizzazione del parcheggio in due tempi, mantenendo sempre aperta una corsia per la circolazione (con un restringimento della carreggiata in un punto nevralgico per il traffico, che potrebbe comunque creare problemi alla mobilità durante il cantiere)
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Viale delle Milizie Via della Giuliana (B1.1-097) PA 288 (convenzionato) PROPONENTE: CAM srl
L’intervento in avanzato stato procedurale, prevedeva 85 PA, poi aumentati a 288 con OCN. 379 del 9/6/2011 OC 379_2011 via della Giuliana in compensazione della riduzione dei posti auto previsti nel Pup di Lungotevere Castello, di cui è proponente la stessa ditta. Da notare che l’intervento si trova a un centinaio di metri di distanza dal parcheggio multipiano sotto il mercato Trionfale e poco distante dal previsto parcheggio di Piazzale Clodio.
SI RICHIEDE URGENTE VERIFICA DELLA REGOLARITA’ DELL’ ATTRIBUZIONE DEI POSTI AUTO ALLA DITTA
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Mercato Vittoria di via Montesanto (B1.2-002) 122 posti (I Municipio, Prati). (Convenzionato) PROPONENTE: Pro.ge.par srl
L’intervento dovrebbe essere effettuato sotto una struttura mercatale degli anni ’50, priva di parcheggi sotterranei. Nel corso di una conferenza stampa in Campidoglio, il 30 ottobre 2012, l’allora delegato ai parcheggi Vannini comunicò ufficialmente che la Progepar, gruppo Cogeim, titolare degli interventi per realizzare parcheggi sotto i mercati dei Fiori e Vittoria (costruiti più o meno nello stessa epoca dei tre mercati della Delibera 129) aveva accettato di ricollocare i posti auto previsti in un parcheggio pubblico in abbandono della Stazione Cornelia, a causa di “difficoltà emerse durante gli approfondimenti tecnico progettuali, ed in particolare riguardo l’applicazione della normativa VVFF riferita al numero dei piani interrati” (la citazione è presa dalla relativa OC 442 del 28 giugno 2012 OC 442_2012 cornelia_mercati). Ci chiediamo in base a quali successivi passaggi amministrativi e permessi lo scavo sotto il mercato Vittoria sia stato nuovamente inserito nell’elenco degli interventi “fattibili”. Avevamo tuttavia rilevato una discrepanza tra quanto indicato nell’ordinanza sul numero di posti auto da ricollocare e la loro provenienza e il dispositivo finale. Infatti nell’OC 129 del 27 novembre 2008 (OC_129_27_11_08) i posti auto da realizzare sotto i mercati erano rispettivamente 300 per il Mercato Vittoria e 450 per il mercato dei Fiori. Nella prima parte dell’OC 442 del giugno 2012 invece si parla di ricollocare in tutto 450 posti auto, di cui 140 da un altro intervento, Mercato Belsito, 178 posti dal Mercato Vittoria e 132 dal Mercato Trionfale. E nel dispositivo finale si parla solo di “450 posti auto…inizialmente previsti al mercato Trionfale”. Peraltro una nota della ditta proponente del 26 settembre 2012 all’ufficio Programmazione della sosta, dichiara che “massimo e immutato è l’interesse …a finalizzare l’iniziativa “Mercato dei Fiori”, in funzione della quale ha peraltro destinato da tempo ingenti mezzi e risorse”
SI RICHIEDE URGENTE VERIFICA DELLA REGOLARITA’ NELLA RIPARTIZIONE DEI POSTI AUTO E NELLA RICOLLOCAZIONE DEI VARI INTERVENTI, E SULLA PERSISTENZA DELLE MOTIVAZIONI CHE AVEVANO SCONSIGLIATO NEL 2012 LA PROSECUZIONE DEL PROGETTO
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Ponte Umberto I Piazza (B1.4-036) PA 84 –(convenzionato) CONCESSIONARIO: Roma Park srl
Si tratta di un cantiere aperto da anni, del tipo meccanizzato. Non risulta nell’elenco la validazione del progetto esecutivo da parte della Commissione Alta Vigilanza, che oltretutto avrebbe dovuto essere la “Commissione speciale Ata Vigilanza” a causa della prossimità del Tevere.
SI RICHIEDE URGENTE VERIFICA DELLE MOTIVAZIONI DELLA SOSPENSIONE DEL CANTIERE E DELLE PRESCRITTE VERIFICHE TECNICHE
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Via della Renella (B1.4-158) 120 PA – (ancora in istruttoria: né convenzione né ordinanza né conferenza dei servizi) PROPONENTE : VF Parking srl
Un intervento nel cuore della città storica, di cui è necessario verificare il pubblico interesse e l’impatto dal punto di vista architettonico e paesaggistico
SI RICHIEDE URGENTE VERIFICA DELLA REGOLARITA’ DELL’ ATTRIBUZIONE DEI POSTI AUTO ALLE DITTE IN CONTRASTO CON LE NORMATIVE VIGENTI
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Piazza Prati degli Strozzi (B1.4-127) PA 181- (convenzionato- CAV conclusa) CONCESSIONARIO Mellini Parking srl- VF Green srl
Intervento in avanzato stato procedurale. Molto discutibile dal punto di vista dell’interesse pubblico – a pochi metri dal previsto parcheggio di Piazzale Clodio – che mette a rischio molte alberature di pregio nel giardinetto storico*
*non abbiamo documentazione recente
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Piazzale Clodio – PA 394 – nuovo intervento inserito con D.G. n.291 del 22 maggio 2013 PROPONENTE: Cosiach srl, Oslavia spa, VF Green srl
NOTA BENE: nella D.G. del maggio 2013 è specificato che “dovrà essere acquisito il parere dei Municipi competenti”
Un intervento che per la sua collocazione nei pressi della Città Giudiziaria può presentare vari aspetti di interesse pubblico. Tuttavia vogliamo segnalare che si tratta di un intervento approvato con Delibera di Giunta nel 2013, DGCDelib. N 291 del 22.05.2013 in totale divergenza dalle norme vigenti e dalla Deliberazione n. 57 Adunanza del 30 maggio 2012 del Consiglio dell’Autorità Nazionale Anticorruzione
SI RICHIEDE URGENTE VERIFICA DELLA REGOLARITA’ DELL’ ATTRIBUZIONE DEI POSTI AUTO ALLE DITTE IN CONTRASTO CON LE NORMATIVE VIGENTI E SE SIA STATO ESPRESSO IL PARERE DEL MUNICIPIO
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Largo Capponi Via Porcari – PA 140 – (nuovo intervento inserito con D.G. n.291 del 22 maggio 2013) PROPONENTE: Cosiach srl, VF Green srl
NOTA BENE: nella D.G. del maggio 2013 è specificato che “dovrà essere acquisito il parere dei Municipi compete
Anche in questo caso si tratta di un intervento approvato con Delibera di Giunta nel 2013, scarica DGCDelib. N 291 del 22.05.2013 n totale divergenza dalle norme vigenti e dalla della Autorità anticorruzione del giungo 2012 Deliberazione n. 57 Adunanza del 30 maggio 2012 del Consiglio dell’Autorità Nazionale Anticorruzione
Intervento nel cuore di Borgo Pio, nella città storica, di cui è necessario verificare il pubblico interesse e l’impatto dal punto di vista architettonico e paesaggistico.
SI RICHIEDE URGENTE VERIFICA DELLA REGOLARITA’ DELL’ ATTRIBUZIONE DEI POSTI AUTO ALLE DITTE IN CONTRASTO CON LE NORMATIVE VIGENTI E SE SIA STATO ESPRESSO IL PARERE DEL MUNICIPIO
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Via Garibaldi Via Mameli Via Masi 106 PA (nuovo intervento inserito con D.G. n.291 del 22 maggio 2013 PROPONENTE: Cosiach srl
NOTA BENE: nella D.G. del maggio 2013 è specificato che “dovrà essere acquisito il parere dei Municipi compete
Anche in questo caso si tratta di un intervento approvato con Delibera di Giunta nel 2013, scarica DGCDelib. N 291 del 22.05.2013 in totale divergenza dalle norme vigenti e dalla della Autorità anticorruzione del giungo 2012 Deliberazione n. 57 Adunanza del 30 maggio 2012 del Consiglio dell’Autorità Nazionale Anticorruzione
Intervento sulla rampa di Via Garibaldi nel tratto che porta al Gianicolo, di cui è necessario verificare il pubblico interesse e l’impatto dal punto di vista architettonico e paesaggistico.
SI RICHIEDE URGENTE VERIFICA DELLA REGOLARITA’ DELL’ ATTRIBUZIONE DEI POSTI AUTO ALLE DITTE IN CONTRASTO CON LE NORMATIVE VIGENTI E SE SIA STATO ESPRESSO IL PARERE DEL MUNICIPIO
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Piazza Cola di Rienzo (nuovo intervento inserito da memoria di Giunta n. 8523 del 13 maggio 2013 –) PA 401 PROPONENTE: CAM SRL
Nuovo intervento inserito da memoria di giunta. n. 8523 del 13 maggio 2013 (scarica memoria giunta Fermi ) in totale divergenza dalle norme vigenti e dalla Deliberazione n. 57 Adunanza del 30 maggio 2012 del Consiglio dell’Autorità Nazionale Anticorruzione .
NOTA BENE: la memoria citata non sancisce alcuna soluzione definitiva, ma si limita a ricordare che sul Comune pende una richiesta di risarcimento danni avanzata dalla ditta e a sottolineare l’ “opportunità” per l’Amministrazione di “avviare un percorso condiviso con il concessionario del parcheggio di Via Fermi al fine di dirimere il contenzioso in atto”, facendo presente che il concessionario stesso “si era reso disponibile, a fronte del riconoscimento da parte dell’ Amministrazione Capitolina alla ricollocazione dei posti auto previsti dall’intervento di via Enrico Fermi in Piazza Cola Di Rienzo, una volta ottenute tutte le autorizzazioni per l’avvio dei lavori del parcheggio, a ritirare il ricorso presentato al Tar del Lazio”. In realtà il ricorso al TAR non è stato ritirato dalla ditta, tanto che il Comune è stato condannato a pagare un cospicuo risarcimento (1 milione di euro) circa tre mesi fa E soprattutto la sentenza del TAR (scarica TAR via Fermi) ha disposto contestualmente “la risoluzione della Convenzione del 7 ottobre 2010“. Quindi dovrebbe venire a cessare qualsiasi motivo di attribuzione alla CAM dell’intervento. E in ogni caso non riteniamo corretto situare un intervento proprio in Piazza Cola di Rienzo, dove era stato già inserito nel 2002 un altro intervento del Piano Urbano Parcheggi, che erapoi stato ritirato dopo una forte reazione popolare e un referendum indetto dal Municipio, in cui la stragrande maggioranza dei cittadini dell’allora XVII avevano detto no al PUP.
SI RICHIEDE URGENTE VERIFICA DELLA REGOLARITA’ DELL’ ATTRIBUZIONE DEI POSTI AUTO ALLA DITTA IN CONTRASTO CON LE NORMATIVE VIGENTI, e CON UN REFERENDUM INDETTO DAL MUNICIPIO
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Piazza Risorgimento PA 300 (nuovo intervento inserito con memoria di giunta) n. 8523 del 13 maggio 2013 PROPONENTE: Augusta Parcheggi*
Intervento in totale divergenza dalle norme vigenti e dalla Deliberazione n. 57 Adunanza del 30 maggio 2012 del Consiglio dell’Autorità Nazionale Anticorruzione scarica la Delibera di Giunta DGCDelib. N 291 del 22.05.2013
SI RICHIEDE URGENTE VERIFICA DELLA REGOLARITA’ DELL’ ATTRIBUZIONE DEI POSTI AUTO ALLA DITTA IN CONTRASTO CON LE NORMATIVE VIGENTI, NONCHE’ DI ACCERTARE LA TITOLARITA’ DELL’INTERVENTO
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Viale Mazzini (ex Via Bandello) (Bq.4-027) PA 80 + 220 (Memoria di giunta non meglio identificata). PROPONENTE : CAM srl
Non è chiaro a quale titolo e con quale atto sia stato attribuito al propenente l’intervento, cosa indichi il doppio numero di posti auto attribuiti
SI RICHIEDE URGENTE VERIFICA DELLA REGOLARITA’ DELL’ ATTRIBUZIONE DEI POSTI AUTO ALLA DITTA IN CONTRASTO CON LE NORMATIVE VIGENTI
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Piazza dell’Unità (Mercato Prati) (B1.2-003) (ampliamento parcheggio sottostante) PA 252 (prima 380) (non convenzionato, né emessa ordinanza commissariale) PROPONENTE: PRO.GE.PAR SRL
Edificio storico del 1913 e quindi sottoposto alla tutela del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio per i beni immobili di proprietà pubblica di interesse culturale. Per il tipo di procedure adottate dall’Ufficio Parcheggi non viene effettuata una valutazione della fattibilità tecnica dell’intervento fino alla stipula della Convenzione e alla successiva presentazione da parte del proponente del Progetto strutturale. Tuttavia, trattandosi di un ampliamento di un parcheggio sottostante un edificio storico, è necessario prima verificare se lo scavo può essere fatto senza metterne in pericolo la stabilità.
SI RICHIEDE URGENTE VERIFICA DELLA REGOLARITA’ DELL’ ATTRIBUZIONE DEI POSTI AUTO ALLA DITTA IN CONTRASTO CON LE NORMATIVE VIGENTI, LA COMPATIBILITA’ DELL’INTERVENTO CON LA TUTELA DELL’IMMOBILE STORICO
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Lungotevere Marzio (B1.4-134) PA (prima 386) diventati 538, esiste solo una memoria di giunta non meglio specificata. PROPONENTE: Amiata srl
Un intervento a con un forte impatto sull’ambiente e soprattutto sulla mobilità durante il cantiere, trovandosi lungo una direttrice percorsa ogni giorno da migliaia di auto. L’intervento è difficilmente realizzabile, se rispetta la distanza degli scavi imposta per garantire la sopravvivenza del filare dei platani del Lungotevere, secondo le prescrizioni del Dip. Ambiente e Tutela del verde di Roma Capitale.
SI RICHIEDE URGENTE VERIFICA DELLA REGOLARITA’ DELL’ ATTRIBUZIONE DEI POSTI AUTO ALLA DITTA
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II Municipio
17 interventi – di cui solo 7 convenzionati (+ Via Guido Reni P.F.) NOTA: IL PRESIDENTE GERACE E IL CONSIGLIO MUNICIPALE HANNO DATO PARERE NEGATIVO A TUTTI GLI INTERVENTI
Scarica
- Odg mercati II municipio 16 ottobre 2014
- ODG pup II municipio 30 ottobre 2014-2
- ODG II municipio contro pup 12 novembre 2013
Arnaldo da Brescia (B1.4 -011) PA 182 (PDC) PROPONENTE: COGESA E DS PARK NOVE
L’area è da anni recintata e in abbandono. Nelle note delle proposte ai Muncipi è indicato che non è stato presentato il progetto strutturale. Rende perplessi il fatto che ciò nonostante si stato dato il Permesso di Costruire, anche considerando che non è si è proceduto nemmeno alla validazione del progetto strutturale da parte della Commissione Alta Vigilanza. Si richiede la realizzazione dell’intervento o il ripristino dei luoghi.
SI RICHIEDE URGENTE VERIFICA DELLA REGOLARITA’ DEL RILASCIO DEL PERMESSO DI COSTRUIRE IN ASSENZA DEL PROGETTO STRUTTURALE E DELLA RELATIVA VALIDAZIONE DA PARTE DELLA CAV
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Via Catania, Mercato Rionale (B1.4-060) PA: 234 (convenzionato) proponente: Catania Parking srl.
L’intervento, che prevede l’approfondimento di un piano seminterrato sotto il mercato, ha suscitato l’avversità degli operatori del mercato
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Piazza Mancini (B1.4-012) PA 202 (avviata conferenza dei servizi) PROPONENTE: COSIACH SRL
L’intervento è stato collocato nell’area sottostante un parcheggio a raso, in una piazza che a oggi è un patchwork privo di identità, in cui sono casualmente ammassati: due parcheggi a raso, un giardinetto fortemente degradato, un gigantesco capolinea di mezzi pubblici, un asilo nido, un palazzo del ghiaccio a quanto pare abusivo, campi sportivi e palloni di ogni sorta, inframmezzati da aree in abbandono. E il Piano Regolatore prevede la costruzione di ulteriori edifici sul lato nord. Si richiede la sospensione di ogni genere di intervento urbanistico – Pup compreso – e l’avvio di una progettazione partecipata con i cittadini di tutto l’assetto e la destinazione della piazza.
Si fa inoltre presente che a oggi l’area del Flaminio è classificata dal PAI (Piano di Assetto idrogeologico) a rischio R3, dove vige il divieto di realizzare locali interrati. Il muretto di sponda tra Ponte Milvio e Ponte Flaminio, realizzato anche in seguito alle sollecitazioni del comitato di quartiere, non ci risulta collaudato, nè deperimetrata l’ area da parte dell’Autorità di Bacino del Fiume Tevere.
SI RICHIEDE URGENTE VERIFICA DELLA REGOLARITA’ DELL’ ATTRIBUZIONE DEI POSTI AUTO ALLA DITTA IN CONTRASTO CON LE NORMATIVE VIGENTI, e una verifIca della situazione idrogologica dell’area del Flaminio
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Lungotevere Flaminio tra via Pietro da Cortona e via Luigi Canina (B1.1-120) PA 140 (non convenzionato, in istruttoria) PROPONENTE : VF Parking
[Intervento introdotto con OC 386 DEL 5 LUGLIO 2011] Intervento di forte impatto sulla mobilità durante il cantiere e per il rischio per le alberature del Lungotevere
SI RICHIEDE URGENTE VERIFICA DELLA REGOLARITA’ DELL’ ATTRIBUZIONE DEI POSTI AUTO ALLA DITTA IN CONTRASTO CON LE NORMATIVE VIGENTI, e una verifIca della situazione idrogologica dell’area del Flaminio
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Mercato Pinciano Via Giovanni Antonelli B2.4-005 PA 60 (nessun ordinanza commissariale né convenzione stipulata, generica memoria di Giunta e inserimento nel Piano, senza date nè riferimenti) PROPONENTE: CAM SRL
L’ampliamento del parcheggio da 250 posti auto sotto il mercato rionale ai Parioli, in buone condizioni, come il compendio che ospita negozi e l’area mercatale, è stato inserito nel Piano parcheggi senza alcuna garanzia sulla fattibilità dello scavo senza pericoli per l’edificio. L’ intervento è stato oggetto di una delibera, la 129/2011, che prevedeva l’abbattimento e la ricostruzione del mercato con vari piani soprastanti di cubature residenziali, commerciali e direzionali, e di parcheggi interrati, senza gare di evidenza pubblica, attraverso un “baratto” che avrebbe impegnato il privato a cedere un imprecisato numero di alloggi per housing sociale. Nonostante le numerose richieste dei comitati cittadini sulla legittimità della procedura, e alcune perizie di parte che mettevano in dubbio la fattibilità dell’ampliamento del parcheggio senza l’abbattimento dell’immobile, e nonostante le indagini della magistratura sulla Delibera dello scambio immobiliare, nonostante non sia mai stata stipulata alcuna convenzione, nè, addirittura, consegnato dalla ditta alcun progetto, nonostante varie mozioni contrarie del Municipio, l’intervento è stato ancora una volta inserito dalla Commissione Speciale Metro C e Parcheggi nell’elenco dei parcheggi fattibili.
SI RICHIEDE URGENTE VERIFICA DELLA REGOLARITA’ DELL’ ATTRIBUZIONE DEI POSTI AUTO ALLA DITTA IN CONTRASTO CON LE NORMATIVE VIGENTI, LA COMPATIBILITA’ DELL’INTERVENTO CON LA TUTELA DELL’IMMOBILE STORICO
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Mercato Trieste Via Chiana (OC 20/6/2011) M
ercato Via Chiana (B2.4-004) PA (prima 78) 94 PROPONENTE: CAM SRL
Dell’ intervento di ampliamento dell’autorimessa di ulteriori 78 posti (a fronte dei 430 già esistenti), come degli altri interventi che presuppongono lo scavo di un ulteriore piano sotto edifici in cemento armato degli anni ’50, non è stata accertata la fattibilità senza rischi per le strutture sovrastanti. La stessa ditta proponente ha dichiarato che “la struttura portante dell’attuale edificio non è stata progettata per ospitare né ulteriori piani interrati, né ulteriori piani sovrastanti e quindi si opererebbe con un costante pericolo di cedimenti o crolli…”(protocollo d’intesa siglato nel gennaio 2012 dalla ditta CAM srl con gli operatori del Mercato Trieste)VEDI SCHEDA AMPLIAMENTO MERCATI RIONALI
SI RICHIEDE URGENTE VERIFICA DELLA REGOLARITA’ DELL’ ATTRIBUZIONE DEI POSTI AUTO ALLA DITTA IN CONTRASTO CON LE NORMATIVE VIGENTI, LA COMPATIBILITA’ DELL’INTERVENTO CON LA TUTELA DELL’IMMOBILE STORICO
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Buozzi 2 (B1.4- 059) (OC 9/6/2011) PA 142 PROPONENTE : SOCOP SRL
(non disponiamo di informazioni)
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Via Micheli (intervento su suolo privato) (B1.4-138) PA (inizialmente 700 ora 400) (in istruttoria nessuna convenzione sottoscritta ) PROPONENTE Sicuri srl
L’intervento è in area archeologica in cui è accertata la presenza di una cisterna romana nel sottosuolo con relativi cunicoli, oltre a vegetazione protetta ( tra cui una quercia la cui circonferenza alla base è di circa 4 metri) Il parcheggio è un intervento su suolo privato, che prevede quindi la possibilità di edificare fuori terra fino all’8% della superficie totale del parcheggio: in questo caso potrebbe comportare la realizzazione di cubature edilizie sull’intera area, nel cuore dei Parioli, a pochi metri da un parcheggio meccanizzato di 13 piani di profondità mai entrato in funzione in Via Guido Baldo dal Monte.
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Buozzi 1 (B1.4-048) PA 188 (convenzionato, finita CAV, PDC ) Viale Bruno Buozzi (II municipio) PROPONENTE: Buozzi Parking
Il Comitato Viale Bruno Buozzi segnala le mancate verifiche preliminari sui numerosi edifici interessati e le caratteristiche stesse del progetto, che determinano rischi per la stabilità e la sicurezza degli edifici, a fronte di una domanda di sosta evidentemente sovrastimata (come dimostrano altri interventi nel quartiere), chiedendo l’espunzione/ricollocazione del progetto o la riduzione dell’intervento nei limiti di ragionevolezza, anche in considerazione delle mutate condizioni del mercato immobiliare.
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Parco Virgiliano/Nemorense (B1.4-013) 270 PA (convenzionato)PROPONENTE: Cosiach srl
L’intervento si trova all’interno di un parco ritenuto ope legis di interesse storico-artistico ai sensi del Dgls 42/2004. Realizzato alla fine degli anni Venti dal famoso architetto paesaggista Raffaele de Vico presenta filari di alberi di pregio ad alto fusto (pini, lecci, cipressi, tigli) secondo ordini arborei ben precisi. Il progetto del parcheggio interrato comporterebbe lo stravolgimento della superficie di tutta la zona nord-est del Parco in contrasto con l’art. 20 del codice dei Beni Culturali e con l’art. 9 della Costituzione.
La parte dell’area che oggi ospita un manufatto dell’AMA e alcune strutture in disuso, deve essere riconvertita a verde e restituita al parco.
SI RICHIEDE DI RICOLLOCARE ALTROVE L’INTERVENTO
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Via Stern (B1.4-054) PA 83 (conferenza servizi, nessuna convenzione nè ordinanza commissariale) PROPONENTE: Cosiach srl, Mellini parking
Le rampe di accesso al parcheggio comporterebbero l’eliminazione di 6 lecci ottuagenari e soprattutto deturperebbero una piazzetta di elevato pregio architettonico, Piazza Perin del Vaga, nucleo storico del quartiere Flaminio, di cui il Comitato Stern e Cittadinanzattiva Flaminio chiedono da tempo la pedonalizzazione ( ora promossa e promessa anche dal Municipio). L’intervento presenta anche notevoli problemi tecnici: infatti lo scavo è previsto a pochi metri da edifici ad elevato rischio statico, due dei quali hanno già subito interventi di consolidamento. Inoltre il parcheggio interrato ricade nella zona ancora a rischio esondazione R3*
SI RICHIEDE URGENTE VERIFICA DELLA REGOLARITA’ DELL’ ATTRIBUZIONE DEI POSTI AUTO ALLA DITTA IN CONTRASTO CON LE NORMATIVE VIGENTI, e una verifIca della situazione idrogologica dell’area del Flaminio

Piazza Perin del Vaga: su via Muziano sarebbe prevista la rampa di accesso al parcheggio di Via Stern
*L’Autorità di Bacino del Fiume Tevere, in una nota del 13 gennaio 2011, a proposito del parcheggio di Via Stern, ribadisce la “ non ammissibilità di volumetrie interrate in aree definite a rischio ideologico R3/R4” che “perdurerà sino a quando nelle aree a rischio esondazione non venga ridotto il livello di rischio a seguito della realizzazione e del collaudo di adeguate opere di messa in sicurezza idraulica”.
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Via di Santa Costanza(B1.4-015) PA 316 (convenzionata avviata CAV) PROPONENTE Capital Park srl
Il Comitato Santa Costanza chiede la ricollocazione causa del pericolo per la staticità dei palazzi e per le conseguenze sulla mobilità durante il cantiere per la chiusura di una strada di intensa percorrenza, a fornte dell’inutilità dell’intervento, anche considerando che è iprevisto a pochi metri di distanza il parcheggio di scambio di P.zza Annibaliano (283* posti auto previsti)
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Piazza Manila (B1.1-062) (oc non specificata) PA 100 PROPONENTE SEGIMM srl
Il progetto prevede di sottrarre una corsia ad una strada a grande scorrimento sempre congestionata come Viale Pilsudsky/ Via Fracassini per farne l’accesso e l’uscita dal garage (o, più recentemente, di aprire direttamente i passai carrai sulla strada principale senza cordoli di protezione), e restringere notevolmente l’unico lato pedonale accessibile al giardinetto ( di fronte c’è una scuola materna, elementare e media), motivi per cui il Dip. Urbanistica si è espresso negativamente. Esistono anche numerose alberature di pregio che verrebbero abbattute o rimosse, e il giardino storico verrebbe devastato. Inoltre anche questo intervento ricade nell’area ancora classificata a rischio R3 (scheda a parte)
SI RICHIEDE URGENTE VERIFICA DELLA REGOLARITA’ DELL’ ATTRIBUZIONE DEI POSTI AUTO ALLA DITTA IN CONTRASTO CON LE NORMATIVE VIGENTI, una verifica sulle normative del regolamento viario e una verifIca della situazione idrogeologica dell’area del Flaminio
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Via Raimondi (B1.4-058 PA 78 )(non convenzionata no OC) PROPONENTE: VF Green
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Via Oglio Via Adige (B1.1 -069) PA 93 (convenzionata avviata CAV- presntazione integrazioni per valutazione CAV ) PROPONENTE: Cosiach srl
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Pzza S.Saturnino(B1.1-067) PA 148 (inzialmente 298 )( Delibera di Giunta 133 12 aprile 2013 – Convenzone in corso di sottoscrizione ) PROPONENTE Parcoop Dicos spa
NOTA: La tabella inviata ai municipi riporta ” Convenzione in corso di sottoscrizione” tuttavia nessuna convenzione è stata a oggi sottoscritta
L’Associazione Artù richiede l’espunzione del parcheggio a causa del potenziale pericolo alla stabilità degli edifici circostanti per la presenza di falde acquifere a 9 metri di profondità e del loro inevitabile impatto con la palificazione e per la distanza troppo ravvicinata dello scavo agli edifici (2 metri dai palazzi di via Topino, con fondamenta antiche e svasate.
L’Associazione fa anche presente che le prospezioni geologiche effettuate nel novembre 2009, non hanno tenuto conto della nuova normativa entrata in vigore nel maggio 2009, relativa alle modalità di effettuazione delle stesse, ai contenuti della ricerca, alla presenza delle cavità, alla qualificazione delle aziende incaricate.
Si rileva inoltre la illegittima localizzazione del parcheggio anche in via Topino, dato che nel Pup deliberato dal Comune di Roma la localizzazione era e resta la sola piazza San Saturnino.
Anche le relazioni ambientali che accompagnano il parcheggio sono obsolete (2005), sia circa il passaggio di autobus e traffico privato che per il numero di parcheggi calcolato e nessun peso viene dato alla difficoltà di funzionamento derivante dallo spostamento di tutti i servizi interrati, in particolare fognature, che sarebbero costrette ad attraversare per un lungo tratto in orizzontale il terreno proprietà della Chiesa.
Le proposte dei cittadini di confrontarsi su tutte queste evidenti criticità sono state ignorate dal Comune che ha invece deliberato l’intervento con atto di Giunta del 13 marzo 2013, costringendo i cittadini a ricorrere al Tar per l’annullamento di tale delibera nel luglio 2013.
Il Tar, in fase di decisione, ha emesso un’ordinanza il 16 gennaio 2015 con cui invita il Comune a presentare spiegazioni entro 60 giorni circa la localizzazione del parcheggio e su quanto fatto per garantire la sicurezza e la stabilità degli edifici interessati. La prossima udienza è stata fissata per il 10 giugno 2015.
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Via Mascagni (B1.4-053) 123 PA (convenzionato, CAV conclusa) PROPONENTE Parcoop Dicos spa
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IV Municipio – 1 intervento (convenzionato)
Colli Aniene (B1.4-075) PA 50 (convenzionato, conclusa CAV) PROPONENTE: GREEN BOX ARCHITECTURE SRL
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VII Municipio – 2 interventi (non convenzionati)
(+ Viale Tito Labieno P.F.)
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Santa Maria Ausiliatrice (B1.1 -129) PA 300 (non convenzionato, no OC) Art.9 PROPONENTE:SPQR 2000 T srl
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Cessati Spiriti (B1.4-097) PA 258 (non convenzionato, OC 22 maggio 2013) PROPONENTE: D’AGLIANESE Beni I Immobili
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Viale Tito Labieno (P.F.) (B1.4-005) PA 468
Il Comitato Tito Labieno richiede la ricollocazione a causa della prevista rimozione di numerose alberature nello spartitraffico e lungo i marciapiedi, anche in considerazione del fatto che nella zona esistono già numerosi parcheggi chiusi o sottoutilizzati. L’intervento è un project financing che prevede la realizzazione di 240 posti auto rotazionali in cambio della concessione per 228 box. Per questo il Comitato Viale Tito Labieno da tempo propone la collocazione del Pup all’ inizio di Viale Palmiro Togliatti, a ridosso della fermata Metro Subaugusta, come parcheggio di scambio utilizzabile anche in occasione della chiusura al traffico per inquinamento da polveri sottili
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VIII Municipio – 3 interventi (convenzionati)
Via Moliere B1.1.039 PA 110(convenzionato) PROPONENTE Mida Park srl
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Piazza Pecile (B1.4-114) (convenzionato) PA 164 PROPONENTE CAM srl
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Grotta Perfetta (B1.1.-124) (convenzionato) PA 89 PROPONENTE Mida Park srl
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XI Municipio – 2 interventi (1 convenzionato)
Tenuta della Chiavichetta (B1.4-026) PA 960 (Non convenzionato, nessuna ordinanza commissariale) PROPONENTE AUGUSTA SRL*
L’ intervento che prevede la realizzazione di quasi mille posti auto su due livelli interrati e un livello stradale (ma è stato avanzato contestualmente un progetto per costruire anche tre manufatti di tipo turistico-ricettivo e commerciale e una stazione di servizio)** in un’area interessata da numerosi vincoli paesaggistici: Fascia di rispetto del Fosso della Breccia (Protezione di corsi delle acque pubbliche), Zona di interesse archeologico e Riserva Naturale Statale del Litorale Romano[xiv]. Inoltre non è chiara l’utilità pubblica di un intervento, su suolo privato, che si avvale delle facilitazioni della Legge Tognoli finalizzate a “promuovere la realizzazione di parcheggi nelle città per rendere più fluida la viabilità” inserito fuori dal contesto urbano, con posti auto che rischiano di essere al servizio degli edificandi albergo e centro commerciale, piuttosto che di edifici di cui dovrebbero diventare pertinenza.
SI RICHIEDE URGENTE VERIFICA DELLA REGOLARITA’ DELL’ ATTRIBUZIONE DEI POSTI AUTO ALLA DITTA IN CONTRASTO CON LE NORMATIVE VIGENTI, UNA VERIFICA DELL’APPLICABILITA’ DELLA LEGGE 122/89 E SOPRATTUTTO UNA VERIFICA DEI VINCOLI PAESAGGISTICI CHE INSISTONO SULL’AREA
*Secondo alcuni articoli giornalistici usciti il, le indagini della magistratura in corso ipotizzano che la società AUGUSTA srl sia riferibile alla ditta CAM srl
**le informazioni risalgono all’ultimo accesso agli atti eseguito nel 2012
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Parcheggio sostitutivo “P.le della Radio” (B1.4-001 521) PA 456 (inizialmente 521) (delibera di Giunta 188/2013 convenzione stipulata il 21/6/2013) PROPONENTE Parking Radio srl*
Per tale intervento, che nel progetto del proponente prevede in parte la rimozione e in parte la distruzione delle alberature dell’attuale giardino, era stato inizialmente prevista – ci risulta su proposta del Muncipio XV (ora XI) – un’arena per spettacoli all’aperto con maxi schermo e vasca acquatica, dal costo di circa 1 milione e mezzo di euro, a fronte di oneri concessori da versare dalla ditta per la sistemazione superficiale di circa 600 mila euro. La sollevazione popolare ha fermato il faraonico progetto, senza che tuttavia sia stata – a quanto ci risulta – concordata una nuova sistemazione superifciale della piazza. E’ stata così stipulata una convenzione per il solo manufatto sotterraneo, mentre per il giardino non ci risulta approvato alcun progetto, neanche dal punto di vista dei costi e dell’impegno della ditta a realizzare opere di sistemazione, a parte le prescrizioni dell’ufficio Giardini che dovrebbero aver previsto la realizzaizone di una struttura in grado di sostenere il peso di una zolla della profondità di 1,5 mt, per poter piantumare alberi di grandezza analoga a quelli già presenti nel giardino. Tuttavia è necessario segnalare il rischio, visti i precedenti dell’intervento di Via Como, realizzato dalla stessa ditta*, che non avendo vincolato i lavori del parcheggio a un preciso accordo per la sistemazione della piazza, come già avvenuto nell’ex area del tennis, la realizzazione della struttura sotterranea prosegua speditamente, mentre lo spazio pubblico sovrastante resti inchiodato a ipotesi mai formalizzate, senza alcuna certezza dei costi a carico del privato, e la possibilità di spese impreviste per il Comune. Inoltre, come già per via Giulia, riteniamo che la progettazione e la realizzazione della sistemazione dovrebbe essere oggetto di concorso e di bando pubblico.
SI RICHIEDE URGENTE VERIFICA DELLA REGOLARITA’ DELL’ ATTRIBUZIONE DEI POSTI AUTO ALLA DITTA IN CONTRASTO CON LE NORMATIVE VIGENTI, E SOPRATTUTO DELLA CONVENIENZA DELL’ACCORDO STIPULATO CON LA DITTA PRIVATA E LE TUTELE NECESSARIE AD ASSICURARE L’INTERESSE PUBBLICO
* ci risulta che facesse parte della Parking Radio all’epoca della firma della Convenzione la CAM srl
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XIII Municipio – 1 intervento (non convenzionato)
Parcheggio Cornelia (B1.4-157) 450 PA (non stipulata convenzione, OC 442 del 28 giugno 2012 OC 442_2012 cornelia_mercati)per ricollocazione nel parcheggio Cornelia dei posti auto dell’ampliamento del Mercato dei Fiori e del Mecrato di Via Monte Santo) Proponente : Progepar srl
SI RICHIEDE URGENTE VERIFICA DELLA REGOLARITA’ DI quanto stabilito nell’ordinanza commissariale in oggetto.
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XV Municipio – 4 interventi (solo uno convenzionato nel 1998)
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Corso Francia (B1.1-103) PA 435 (lo stesso di corso Francia/ via di Vigna Stelluti (B1.1-105?) proponente INFISSER S.R.L.
La localizzazione su giardino pubblico mette a rischio numerose alberature
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Piazza Monteleone da Spoleto (B1.1-011) PA 193 (convenzionato) PROPONENTE Consorzio Park 1992/Cons Co.Park 92
Nella piazza sono presenti numerose alberature di pregio di cui chiediamo la tutela o l’espianto con ripiantumazione nella stessa zona.
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FRASCHIERI via art 9 co. 1 PA 55
CASALATTICO art 9 co. 1 PA132
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LE SCHEDE
I nuovi Pup introdotti da Alemanno nel maggio 2013
Lla Delibera di Giunta DG Delib. N 291 del 22.05.2013, votata pochi giorni prima della fine della consiliatura Alemanno, approva una serie di nuovi parcheggi del PUP, riassunti in una tabella che contiene, sulla sinistra l’elenco degli interventi da ricollocare, sulla destra le nuove collocazioni individuate, con la precisazione che “deve essere acquisito il parere dei Municipi competenti … prima dell’esame istruttorio di ciascuna proposta “. Delle nuove collocazioni proposte, nella “Lista Policastro” se ne ritrovano solo tre: Via Garibaldi, Piazzale Clodio, Largo Capponi, tutti nel I Municipio. Non sappiamo se perché gli altri Municipi abbiano dato parere negativo o per altri motivi – speriamo che non si preveda un loro inserimento in un futuro ulteriore Piano parcheggi – ma avanziamo subito alcune considerazioni e una conclusione che investe l’attuale amministrazione di responsabilità a cui speriamo non voglia sottrarsi.
La tabella elenca sulla sinistra 22 interventi “attribuiti” a 10 ditte, per un totale di 2388 posti auto, che si intendono rilocalizzare in 15 diversi luoghi. E’ da notare che non c’è nessuna correlazione rispetto ai Municipi di partenza/atterraggio, ma che l’unico criterio esplicito è quello – come al solito – di uno scrupoloso conteggio dei posti auto spettanti a ciascun “proponente”: Plauto srl (da 447 a 460), Cosiach srl (410/410), Oslavia srl (294/294), Consorzio Ascogen Parcheggi (282/282), Progepar srl (205/205),Consorzio Parcauto (200/200), Sistema Parcheggi Integrati(188/188), Parcoop RM srl/Di.cos spa (153/153), Vf Green srl (136/136), Greenbox Architecture srl (60/60). E’ evidente che né il numero dei posti auto assegnati, né tanto meno la localizzazione dei parcheggi, sono stati valutati in base alla fattibilità o all’utilità trasportistica, ma solo con il criterio della conservazione del numero dei box attribuiti (probabilmente fin dal primo Piano parcheggi del 1989/91) ai proponenti.
Analizzando il tipo di interventi di cui si propone la ricollocazione (colonna sinistra), si osserva che sono, tranne che per Piazza Quattro Venti nell’ex XVI Municipio, che non abbiamo trovato, tutti interventi inseriti nell’OC n. 129 del 27 novembre 2008 (scarica Ord_Comm_OC_129_27_11_08), di cui 11 espunti dall’ordinanza per motivi tecnici o pareri negativi dei Municipi, e 5 addirittura “resti” di posti auto che evidentemente non si sono potuti realizzare in altri parcheggi già attribuiti alle ditte.
- Un gruppo di 5 interventi espunti per problematiche tecniche (ALL: E oc n.129/2008) : Piazza Albania, Via Panaro, Via Panama, Via Meda, Via Mazzini 2,
- Un gruppo di 6 interventi espunti per parere negativo del Municipio competente (ALL: E oc n.129/2008) : Via Val Maggia, Via San Silverio, Largo Maccagno, Piazza Mazzaresi, Mercato Belsito, Campo Romulea
- Un gruppo di 4 interventi inseriti nell’all. B e C dell’ OC n.129/2008 e non si sa perché ricollocati: via Paisiello (allegato c ) Via Jacometti (allegato c) Piazza Euclide (allegato c ) Parco Taverna (all c) ,
- Un gruppo di 5 interventi inseriti nell’all. B e C che hanno subito una riduzione dei posti auto e quindi un presunto “credito” del proponente: Via Rovigno d’Istria (“avanzo” 60 Posti auto) via Tovaglieri (“avanzo”13 Posti auto), Piazza dei Castelli romani (“avanzo” 100 Posti auto) Largo Falvaterra (“avanzo” 179 Posti auto) Mercato Prati (“avanzo” 65 Posti auto)
- Un intervento inseriti nell’ALL. D dell’OC 129/2008 (interventi su suolo privato art. 6) : via Galantara
Poiché alla data della Delibera di Giunta era trascorso addirittura un anno dalla Deliberazione n. 57 del 30 maggio 2012 del Consiglio dell’Autorità Nazionale Anticorruzione che riguardava l’obbligo per il Comune di Roma di adeguarsi all’attuale quadro normativo per i “parcheggi, da ritenersi rientranti nella nozione di opera pubblica”, “in quanto opere di interesse generale, realizzate su aree pubbliche destinate a tornare in regime di “piena proprietà” nel patrimonio dell’ente interessato allo scadere del termine di durata del diritto superficiali” e quindi “soggette all’applicazione della normativa sugli appalti pubblici“, riteniamo che gli interventi ricollocati, ancorché rispondenti a requisiti di interesse pubblico – ma le modalità di individuazione ne fanno fortemente dubitare – non possano più in alcun modo essere affidati con quelle procedure che la stessa Autorità ha dichiarato “non più coerenti con l’attuale quadro normativo“ e che gli eventuali nuovi concessionari dovrebbero essere individuati con gare di evidenza pubblica. Anche perché negli atti che precedono il rilascio del titolo edilizio, non è citato alcun obbligo per il Comune – soprattutto prima della stipula della Convenzione, ma in caso di controindicazioni tecniche anche oltre – di assicurare al proponente privato un diritto “a prescindere” a realizzare i parcheggi altrove se l’istruttoria dovesse evidenziare criticità rispetto a una determinata localizzazione. Anzi, in più passaggi dello schema di convenzione è ribadito che, se nel corso delle indagini preliminari emergessero difficoltà tali da rendere non più realizzabile l’intervento, il proponente dovrà garantire il ripristino dei luoghi senza che nulla gli sia dovuto dal Comune. E tutto questo assume contorni paradossali se si pensa che alcune rilocalizzazioni non sono neanche giustificate dalla cancellazione della realizzazione del garage, ma solo dalla garanzia, di cui si vuole beneficiare il privato, di realizzare il numero di parcheggi ipotizzato sulla carta più di vent’anni fa.
Riteniamo quindi che il Comune debba immediatamente fermare ogni istruttoria in corso relativa ad interventi inseriti nell’elenco della citata Delibera n.291 (e di analoghi provvedimenti di cui non siamo a conoscenza), su cui gravano forti dubbi di opportunità e di illegittimità.
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Il PUP di Piazza Manila: un “caso di scuola”
Per esporre le nostre obiezioni al parcheggio interrato al Flaminio, usiamo le parole messe nero su bianco dalla stessa amministrazione, in una nota del settembre 2013, che non sappiamo quanto sia poi stata tenuta in considerazione…
(NOTA: le seguenti considerazioni si basano su un accesso agli atti effettuato nel novembre 2013: in attesa di effettuare un nuovo accesso, da una prima presa in visione dell’ultimo progetto al Dipartimento Mobilità non ci sembra che siano state risolte le numerose criticità segnalate dal Dipartimento Urbanistica, anche se ormai pare che una determinazione dirigenziale abbia chiuso favorevolmente la conferenza dei servizi nell’aprile del 2014)
Spieghiamo i motivi di contrarietà sia dal punto di vista tecnico che dal punto di vista dell’interesse pubblico, già esposti dall’Ufficio del Dipartimento Urbanistica nel 2010 e nel 2013, aggiungendo o alcune stringenti domande sulla opportunità e sulla regolarità amministrativa:
Le sistemazioni superficiali. Secondo la nota dell’Ufficio Pianificazione Mobilità, l’area fa parte di un sistema a verde, in cui i giardini che dividono Via Flaminia da Viale Tiziano, realizzati tra il 1926 e il 1938, hanno una storia che comincia dall’inizio dell’800: “lo square centrale, in virtù di tale valore storico e documentario è stato classificato dal PRG come “giardino storico configurato”, un vuoto che definisce l’identità urbana, in relazione alle caratteristiche di disegno e articolazione dello spazio”: “da questo deriva l’esigenza di collocare gli interventi “all’interno di specifici progetti unitari estesi all’intera area“, in assenza dei quali sono consentite esclusivamente le categorie di intervento ambientale“. Sempre secondo l’ufficio “il disegno proposto appare privo di coerenza, dettato dalle esigenze funzionali del sottostante parcheggio (in particolare per le griglie di aerazione), la diminuzione della superficie a verde di circa 350 mq (circa il 15% della superficie complessiva [interessata dall’intervento NDR]) nonché l’eliminazione della permeabilità dello strato vegetale per una porzione consistente del giardino, pregiudicando la possibilità di ricostruire la quinta arborea di dimensione analoga alla parte successiva del giardino”. LE DOMANDE: sappiamo che è in proposito è stato sollecitato il parere della Soprintendenza. Qual’è stato l’esito? Quale valore prescrittivo hanno le Norme Tecniche di Attuazione del Piano Regolatore Generale e con quali autorizzazioni possono essere aggirate le indicazioni di un elaborato che, non a caso, si intitola “Sistemi e regole”?
L’accesso pedonale al giardino
Sempre lo stesso ufficio segnala una “forte penalizzazione dell’accesso pedonale al giardino, costituendo, per la presenza del tram sui due lati lunghi, la testata verso piazza Manila l’entrata principale al giardino pubblico: la soluzione proposta, per la configurazione della corsia a servizio degli accessi al parcheggio, il posizionamento dell’attraversamento pedonale e la ridotta dimensione del marciapiede, si ritiene incongruente con le necessarie condizioni di fruibilità al pubblico e in evidente contrasto con le finalità di mantenimento/ripristino del giardino configurato“. Ciò è particolarmente grave se si considera che a pochi metri, dall’altra parte della strada, c’è il complesso scolastico della Guido Alessi, con una scuola materna, una elementare e una media. LE DOMANDE: esistono anche delle regole da rispettare a tutela dei pedoni? Qual’è l’interesse prevalente, quello delle centinaia di bimbi che frequentano la scuola o quella di 84 privati che si possono permettere l’acquisto di un box?
L’accesso carrabile al parcheggio e la viabilità. Nel progetto l’ingresso e l’uscita dal parcheggio sono collocati all’interno del giardino, con una sorta di “rotonda” intorno alla base del pino monumentale sul lato di Piazza Manila, quello attraversato dal flusso di traffico che da Viale Pilsudski (cioè da Corso Francia e dai Parioli) si incanala verso il Lungo Tevere, e dal flusso che da Viale Tiziano svolta a sinistra, sempre diretto verso il Lungo Tevere. Una viabilità che secondo la nota è “classificata come principale urbana nel Sistema delle infrastrutture per la mobilità, elaborati G3 del Piano regolatore Generale , e sulla quale, secondo il regolamento viario del Comune di Roma non è consentita l’apertura diretta di passi carrabili” . L’Ufficio quindi conferma il parere sul progetto precedente [dell’8 novembre 2010 NDR] con la motivazione che “la proposta attuale si limita a realizzare su Viale Tiziano una cordolatura e una nuova definizione delle manovre…in sostanza utilizzando una corsia della viabilità pubblica ad uso dell’accessibilità al parcheggio, considerato che le auto che la utilizzeranno per il ritorno su via Flaminia saranno pochissime” e che “viene proposto in pratica un declassamento di una porzione di viabilità principale a strada locale, in modo da poter consentire l’apertura del passo carrabile, a scapito della capacità complessiva dell’attuale viabilità che vien di fatto privata di una corsia“. E se – come abbiamo avuto modo di constatare da un recente elaborato mostratoci al Dipartimento Mobilità – fosse stato eliminato il cordolo su Viale Tiziano e su Piazza Manila, il progetto potrebbe non rispettare il regolamento viario. Per inciso: nella Relazione sulla mobilità del “proponente” si afferma che la nuova disciplina del traffico proposta comporterà un “lieve peggioramento” con conseguenze irrilevanti sul livello del servizio complessivo. Ma il dipartimento replica che “tale argomentazione non tiene conto né della situazione attuale…né di possibili futuri utilizzi della strada ad uso pubblico… né di futuri scenari trasportistici“. LE DOMANDE: è possibile, e in quali circostanze, derogare al regolamento viario? Se il progetto è stato modificato dopo il parere contrario dell’Ufficio Mobilità del Dipartimento Urbanistica, la nuova versione è stata di nuovo sottoposta al parere dell’ufficio?
Il percorso amministrativo. Oltretutto per l’intervento non è mai stata stipulata alcuna Convenzione tra proponente e Comune, né è mai stato mai oggetto – a quanto risulta dal sito del Comune – di una Ordinanza del Sindaco Commissario Straordinario per l’Emergenza Traffico e Mobilità (il regime commissariale per l’emergenza è scaduto il dicembre 2012). Quindi, secondo la nostra interpretazione del citati parere dell’Autorità Vigilanza Contratti Pubblici, ora Autorità Nazionale Anticorruzione, del giugno 2012,e la citata sentenza della Cassazione del 16 novembre 2011, l’intervento non è compatibile con le normative vigenti.
L’ULTIMA DOMANDA: Se mettiamo su un piatto della bilancia lo sventramento di un giardino storico, la riduzione del verde, le difficoltà per l’accessibilità pedonale, il restringimento di una strada pubblica di grande scorrimento con le relative conseguenze negative sul traffico, il probabile rischio per la sicurezza stradale a causa delle modalità di accesso e uscita dal parcheggio, e sull’altro piatto la realizzazione di un’ottantina di box privati (solo 8 posti a rotazione), in una zona piena di box invenduti e dove moltissimi parcheggi a raso (intorno allo stadio Flaminio) sono sempre semivuoti, l’interesse pubblico di questo parcheggio, dov’è?
Post scriptum: anche sul rischio esondazione al Flaminio, a quanto pare, non è cambiato molto, perché non ci risulta che sia stato collaudato il muretto di sponda e sappiamo per certo che non c’è stata alcuna deperimetrazione dell’area, classificata a rischio R3 dal Piano di Assetto Idrogeologico, che comporta il divieto di costruire nuovi locali interrati. Si veda in proposito le note dell’ARDIS (Agenzia Regionale per la Difesa del Suolo) e dell’ABFT (Autorità di Bacino del Fiume Tevere) del settembre 2013
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L’AMPLIAMENTO DEI PARCHEGGI DEI MERCATI
LA VICENDA DELLA DELIBERA 129/2011 (> VAI AL DOSSIER)
Durante l’ultima movimentata Assemblea Capitolina dell’era Alemanno, tra il 9 e il 10 aprile 2013, la Delibera dello scambio immobiliare dei mercati, dopo essere stata molto vicina ad arrivare al voto, è stata ritirata. Si concludeva così una vicenda cominciata nell’autunno del 2011 (*) che ha visto una netta contrapposizione tra operatori, cittadini, associazioni e comitati da un lato e l’Amministrazione (e la ditta privata) dall’altro.
La Delibera 129/2011 prevedeva uno scambio immobiliare tra il Comune e la CAM srl, in base alla quale la ditta avrebbe dovuto fornire un imprecisato numeri di alloggi per housing sociale (1) e il Comune avrebbe ceduto tre mercati rionali con annesse autorimesse da centinaia di posti auto in quartieri prestigiosi della città: il Mercato Trieste nel quartiere omonimo, il Mercato Pinciano ai Parioli e il mercato Metronio a San Giovanni. La prospettiva (2) era quella di una demolizione e ricostruzione dei mercati con varie cubature edilizie in più: dopo l’approvazione della necessaria variante urbanistica, infatti, la CAM avrebbe potuto ricostruire i compendi aggiungendo vari piani di parcheggi interrati e vari piani di appartamenti di lusso e uffici sopra l’area mercatale, che sarebbe rimasta comunque al Comune, insieme a una piccola quota di posti auto al servizio dei mercati.
Si sarebbe trattato di un’operazione affidata direttamente alla CAM srl senza le gare di evidenza pubblica prescritte dalle normative europee, sia per la cessione dei mercati, sia per l’acquisizione degli alloggi popolari.
La giustificazione dei sostenitori della Delibera era che la CAM avrebbe vantato dei diritti acquisiti sui compendi in quanto titolare di tre interventi di ampliamento dei parcheggi inseriti nel Piano Urbano Parcheggi Commissariale (3). Tuttavia nessuna convenzione era stata ancora stipulata tra Comune e CAM, ed esistevano anche molti dubbi sulla fattibilità tecnica di quegli ampliamenti, che prevedevano di scavare un ulteriore piano sotterraneo sotto edifici della seconda metà degli anni ’50: la stessa ditta, in un protocollo d’intesa siglato con gli operatori del mercato di Via Chiana nel gennaio 2012 (4), aveva messo nero su bianco che “la struttura portante dell’attuale edificio [del mercato di Via Chiana] non è stata progettata per ospitare né ulteriori piani interrati, né ulteriori piani sovrastanti e quindi si opererebbe con un costante pericolo di cedimenti o crolli…” (5)
Nel gennaio 2012 il Coordinamento dei Comitati NO PUP e Cittadinanzattiva Lazio Onlus avevano sollevato questi interrogativi davanti alla Commissione Patrimonio, che li aveva poi fatti propri e indiririzzati agli uffici competenti. Nessuna risposta era poi però giunta, nè ai comitati, nè alla Commissione. Tuttavia nel marzo 2012 la Delibera era stata messa comunque nel calendario dei lavori dell’Assemblea Capitolina, senza il parere della Commissione Patrimonio (nè quello – mai richiesto – della Commissione commercio).
La Delibera aveva suscitato la forte opposizione degli operatori dei mercati di Via Antonelli e Via Magna Grecia, dei cittadini, dei comitati di quartiere e anche di esponenti del mondo culturale (il mercato Metronio è un capolavoro architettonico del Morandi) e di alcuni consiglieri di maggioranza e di opposizione. Ma erano anche molti i consiglieri di maggioranza e opposizione che erano a favore della sua approvazione. Per mesi la Delibera era poi stata in bilico, con i comitati da una parte, che presidiavano la sala Giulio Cesare (per quella e per altre 60 delibere urbanistiche) e i sostenitori della delibera, che hanno più volte cercato di portarla in Aula, anche in versioni diverse, come ad esempio quella che prevedeva la cessione alla CAM delle sole autorimesse. Un vero duello, con numerosi colpi di scena, come quello del capogruppo PDL Gramazio, che a sorpresa, in una seduta in seconda convocazione, aveva proposto di mettere la delibera ai voti, facendola balzare dalla undicesima alla prima posizione, e che aveva poi dovuto desistere dopo l’immediata protesta “trasversale”, che aveva costretto il Presidente Pomarici a chiudere la seduta. Fino all’ultima notte, dopo una maratona durata due giorni, quando lo stesso Gramazio, alle 11 di sera del 10 aprile 2013, aveva annunciato ufficialmente il ritiro.
Ma se l’ipotesi dello scambio immobiliare oggi sembra (definitivamente?) accantonata, ha invece continuato a vivere il progetto dell’ampliamento dei parcheggi dei mercati, nonostante non fosse stato prodotto nessun atto ufficiale, con esclusione di un’ordinanza commissariale che autorizzava la stipula della convenzione per il Mercato di Via Chiana, convenzione mai sottoscritta. E nonostante le nostre ripetute sollecitazioni affinché prima di mandare avanti gli interventi, venisse accertata la fattibilità tecnica dello scavo sotto gli edifici, nulla è stato appurato, neanche se erano fondate le conclusioni delle perizie giurate (di parte) di cui abbiamo consegnato copia agli uffici fin dal 2011 (anche alla Commissione Patrimonio), che escludevano la possibilità di realizzare tali escavazioni (quantomeno a costi sostenibili). Nè è stata mai data risposta alle nostre richieste sull’affidamento degli interventi non convenzionati senza ricorrere a procedure di evidenza pubblica, sia per l’ampliamento, sia per la gestione della sosta a pagamento delle centinaia di posti esistenti nelle tre autorimesse (per quest’ultima esiste anche una sentenza del TAR, precedente al 2006, che intima al Comune di provvedere all’assegnazione tramite gara pubblica)
E anche la nuova amministrazione finora non ha tenuto in alcun conto le nostre obiezioni e i nostri dossier: nonostante l’audizione presso la Commissione Commercio presieduta dall’On.Corsetti (PD) (scarica il Dossier pup e mercati marzo 2014), nel marzo 2014, e quella presso la Commissione Speciale metro C e parcheggi, presieduta dall’on. Policastro (PD) (scarica il dossier-pup-18-giugno-2014-) nel giugno 2014, con la consegna di dossier poi protocollati anche all’ufficio del Campidoglio l’8 agosto, gli interventi di ampliamento hanno continuato a circolare nelle bozze di Delibera inviate ancora il 30 settembre 2014 ai Municipi per il parere. E seni quest’ultima versione non è più presente l’intervento sotto il Mercato Metronio (San Giovanni), sono rimasti invece entrambi i progetti dei mercati Pinciano e Trieste, che oltretutto da tempo il II Municipio ha bocciato con varie mozioni.
Intanto, proprio poche ore dopo una ulteriore commissione Commercio convocata l’ mercoledì 1 ottobre 2014, che aveva all’ ODG “Pup e mercati” (vedi il nostro post“A volte ritornano”), sui giornali è rimbalzata la notizia delle indagini della magistratura proprio in seguito alla Delibera 129 (dal Messaggero): Tredici indagati: imprenditori, dipendenti pubblici e politici. Le ipotesi della procura sono di corruzione, istigazione alla corruzione, truffa aggravata e abuso d’ufficio: perché un ex assessore ha barattato la gestione di mercati e parcheggi con appartamenti in periferia per fare fronte all’emergenza abitativa. Ieri i militari del nucleo Tributario della Guardia di Finanza si sono presentati nell’ufficio e nell’abitazione di Lucia Funari, ex assessore al Patrimonio della giunta Alemanno. Il sospetto del procuratore aggiunto Francesco Caporale e del pm Maria Letizia Golfieri è che dietro a quel ”patto” ci fossero mazzette. L’inchiesta, partita nel 2012, riguarda l’affidamento ad alcuni imprenditori dei mercati in via Cola di Rienzo, in via Chiana, al Salario, in via Antonelli, ai Parioli e in via Magna Grecia. Sul registro degli indagati, oltre al nome dell’ex assessore Funari, sono finiti anche quelli di Antonio Zambrini e Giuseppe Loddo, dirigenti del dipartimento Programmazione e attuazione del Campidoglio. L’ipotesi è che i pareri e le decisioni per l’affidamento delle areee in zone strategiche della città siano state in qualche modo condizionate da mazzette e regalie. Sotto accusa la Cam, srl, di Angelo Marinelli, anche lui indagato, la ”Augusta Parcheggi” e la ”Marco Polo 2010”, le società che hanno ottenuto gli appalti.…(leggi l’articolo)
Ma ad oggi (15 febbraio 2015) la dirigente indagata è ancora al suo posto all’ufficio parcheggi, e gli ampliamenti dei mercati Pinciano e Trieste non sono ancora cancellati ufficialmente (da un elenco che assegna alla CAM srl 9+2 interventi su 45) …
NOTA SULLA GESTIONE DELLLE AUTORIMESSE DEI MERCATI (a cura dell’Associazione Artù)
Stato dei garages nei mercati Metronio, Pinciano, Trieste – Febbraio 2015
Dopo la scadenza del contratto di affitto con la Parioli spa nel dicembre 2008, Atac ha ripreso la gestione dei tre garage affidandola nel marzo 2011 alla srl Atac Patrimonio che nel dicembre 2014 è stato chiusa. Atac non ha ancora formalmente ripreso la gestione dei garages e si dice che abbia in mente di riaffittarli a privati. Tutto questo è incomprensibile anche per quanto segue:
Una possibile stima dei costi e dei profitti dei tre mercati rionali
I tre parcheggi contengono 430 posti auto trieste, 250 ciascuno pinciano e metronio
Ogni mese entrano 50 mila euro da trieste e circa 40 mila da ciascuno degli altri due, al lordo delle spese che sono le utenze, poca cosa, gli stipendi dei dipendenti che sono 14 per tutti e tre i parcheggi, alle precarie dipendenze di Obiettivo Lavoro,(rinnovi temporanei di tre mesi ed anche meno: non sarebbe il caso di trattarli meglio?), con salario netto di circa 1000 euro mese ciascuno (forse un lordo di 1400 euro) ovvero un costo di circa 250 mila euro/anno a fronte di un introito lordo stimato di 1.560.000 euro.
I lavori recenti a Trieste hanno riguardato tutte le facciate e gli interni e la messa a norma degli impianti. La sosta oraria rende circa 100 euro al giorno a trieste, di più negli altri. Pinciano non ha bisogno di interventi straordinari, forse qualcosa a Metronio.
Si ipotizza quindi un introito netto per Atac di almeno 1 milione di euro l’anno, che sarebbe perso se tutto venisse permutato o affidato a privati.
Ci sono inoltre due antenne sopra Metronio, una della Tim, una di altra società privata, dei cui affitti non si trova traccia nei bilanci Atac.
Non sarebbe il caso di controllare meglio tutte queste situazioni?
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scarica la delibera 129 Proposta_129 2011 scambio MERCATI
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(*) In realtà una prima analoga proposta di scambio immobiliare con al stessa ditta risale ad almeno un anno prima
(1) secondo l’ ex assessore Antoniozzi, circa 250
(2) Tale prospettiva è stata illustrata dettagliatamente dall’assessore Antoniozzi e dal Direttore Bianchini nel corso di una Commissione Patrimonio il 21 dicembre 2011
(3) I tre mercati sono stati inseriti nel Piano Urbano Parcheggi con le Ordinanze commissariali del 2006/2007. Gli interventi (B1.4-021, B2.4-005, B2.4-004) consistono nell’ ampliamento dei parcheggi scavando un ulteriore piano sotterraneo per realizzare rispettivamente 67, 60 e 78 posti auto che si aggiungerebbero ai circa 900 totali già esistenti.
(4) In un protocollo d’intesa siglato nel gennaio 2012 dalla ditta CAM srl con gli operatori del Mercato Trieste
(5) Il Mercato Metronio , con l’adiacente autorimessa, è un’ opera del 1956 dell’Ing. Riccardo Morandi, segnalata dalla Carta della Qualità del Piano Regolatore di Roma come “opera di rilevante interesse architettonico,sulla quale si può intervenire solo per riqualificare la struttura esistente a fini conservativi”. Il 5 marzo 2012 l’ ’Ordine degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori di Roma e provincia e DOCOMOMO Italia onlus hanno lanciato un appello in difesa del Mercato Metronio al Ministro per i Beni e Attività Culturali, al Sindaco e alle varie Soprintendenze (http://www.architettiroma.it/notizie/14168.aspx)